In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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"Direttamente da Gozza..."

Questa è la formula con cui Giovanna, ad ogni concerto, annuncia il nome di Mimmo Cavallaro, a conclusione delle presentazioni finali, quando l'entusiasmo e la coesione della piazza sono all'apice, e tutte le mani si levano in alto vibrando in attesa della proclamazione, ansiose di tributare la più calorosa delle ovazioni. Una frase ormai d'obbligo, che nella sua enfasi roboante e affettuosa riecheggia ben più proverbiali editti: “Direttamente da Broadway...” - e invece no, qui si tratta di Gozza, quattro case di una contrada fuori Caulonia. Luogo non meno favoloso, ma per opposti motivi: lontano da qualsiasi celebrità, orgogliosamente celato tra le pendici aspromontane, è da dove Mimmo proviene.
Eppure, il nome di Gozza era già assurto da tempo agli onori della nostra microstoria musicale, da quando nel 2006 furono formati i Gozzansamble: un passaggio chiave nel tortuoso cammino verso la sintesi attuale, l'anello di congiunzione tra TaranKhan e TaranProject, parallelo e quasi contemporaneo al filone SonuDivinu.
La vicenda dei Gozzansamble è un po' meno documentata delle altre, anche perché il gruppo non arrivò mai a registrare un disco, nemmeno uno di quei fantomatici cd bell'e pronti, ma mai pubblicati per i più svariati motivi, che i cassetti dei nostri musicisti tuttora custodiscono. Ma non per questo i Gozzansamble furono meno importanti, e lo testimoniano i numerosi filmati presenti su Youtube.

Primavera 2005: da pochi mesi si sono definitivamente sciolti i TaranKhan, anche se la seconda incarnazione del gruppo, quella che registrerà il cd "Albjonica", splendido germoglio solitario, sta vivendo la sua intensa avventura. Francesco Loccisano e Stefano Simonetta sono avviati a divenire colonne portanti del gruppo di Eugenio Bennato; Daniela Bonvento si è ritirata dalla scena perché assorbita da un altro progetto impegnativo, quello della maternità; Fabio Macagnino è appena stato conquistato da un diamante grezzo e abbagliante, il talento di Cosimo Papandrea, e ci sta lavorando intensamente.
Mimmo è impegnato nelle registrazioni di "Sona Battenti" (no, non stupitevi: è vero che il disco è uscito nel 2009, ma le registrazioni risalgono appunto al 2005; anche questo cd stette i suoi begli anni in un cassetto...), e intanto conia la denominazione TaranProject: ma il nuovo progetto stenta a decollare, in questa diaspora di talenti trovare altri musicisti con cui ricreare un'analoga sintonia non è facile.
Il primo trio di Fabio con Cosimo, gli Atnarat, durante l'estate imbarca due musicisti di Roccella, il chitarrista Andrea Simonetta e il percussionista cantante Roberto de Angelis.
Ma a settembre l'attività del gruppo si ferma, ed Andrea e Roberto si esibiscono occasionalmente in duo, in locali ed enoteche della zona. All'inizio dell'estate 2006 capita un opportunità in piazza, a Roccella, a conclusione di un comizio elettorale: Andrea e Roberto pensano di coinvolgere Mimmo Cavallaro, preparando con lui una scaletta ch'è un excursus delle più popolari canzoni tradizionali. L'alchimia tra i musicisti sembra subito funzionare, e così si susseguono altre esibizioni, spesso in feste private, in qualche sagra patronale, e anche all'inaugurazione della sede del FAI, il Fondo per l'Ambiente, a Moschetta: è probabilmente per questa occasione che Roberto concepisce l'idea del nome Gozzansamble.
Per completare il gruppo ci vuole un bassista, e Mimmo chiama Daniele Mangiola, già membro qualche anno prima dei Folìa, il nido dove incubò, si fortificò, e da cui spiccò il volo la passione di Mimmo per la musica della sua terra. Tra i concerti di quell'estate, memorabile è rimasto quello per la festa di San Vittorio, ancora in piazza a Roccella, quasi un preannuncio delle grandi adunate di paese a suon di tarantella: quella notte dovettero intervenire i vigili per far concludere un concerto che né i musicisti né il pubblico volevano finisse.

All'inizio del 2007, come ci ha raccontato lui stesso nell'intervista, avviene l'ultimo decisivo innesto: Gabriele Albanese conferisce al suono dei Gozzansamble nuove promettenti aperture, sia nel solco della tradizione, con pipita e frischjotti, che sconfinando verso il jazz e oltre, con il sax.
Gabriele, per la cronaca, suonava già con Andrea e Daniele in un gruppo dal nome Mossa Nova, che con ogni evidenza bazzicava tutt'altro genere musicale.
Anche il bassista Stefano Panuzzo in seguito farà parte occasionalmente del gruppo.

Nel frattempo i SonuDivinu conoscevano a loro volta un crescente successo, e come sappiamo Andrea si trovava ad esser membro di entrambe le formazioni, oltre ad esser diventato in certo senso il braccio destro di Mimmo, in luogo di Francesco Loccisano, nei nascenti TaranProject. Una bella confusione, no? Si consideri poi che non erano rare le ospitate di questo o quel componente di ciascun gruppo presso i gruppi degli amici, e sono perfino documentati sul web concerti di GozzaDivinu, l'ennesimo avatar dei nostri eroi: un ambiente in vivace fermento, animato dalla voglia di confrontarsi e crescere assieme, anche se alla lunga si finì col disorientare gli appassionati, che cominciarono a non raccapezzarsi più tra le varie Mulinarelle (esistono, come noto, due canzoni completamente diverse con questo titolo, una di Cosimo e una di Mimmo). E il tourbillon era destinato ad accrescersi l'anno dopo, con la nascita di Bassa Marea e infine di Karakolo Fool, che però ebbero il pregio di essere formazioni più ampie e dunque riassuntive, tali da convogliare tutti i musicisti sotto uno stesso tetto. Le ultime decisive tappe prima del lancio in orbita del razzo TaranProject 2009.

Dei Gozzansamble resta, ancor oggi attiva, una pagina su MySpace, dove ci si può fare un'idea del loro sound ascoltando quattro brani: Li Boni Festi, di cui abbiamo già parlato, bellissima; un classico Jimbusedu; una Cioparella abbastanza lontana dalla versione scatenata che conosciamo oggi, eppure dotata di un fascino austero e malinconico, e notevole per due particolari: uno strano incipit quasi sinfonico, e l'inusuale performance di Gabriele al piano elettrico; e infine una romantica "Armacera", che, manco a dirlo, si confronta e si confonde con la versione che canta Cosimo Papandrea nel cd live dei Sonu Divinu.
L'impressione che se ne trae, corroborata anche dalla visione dei filmati, è di una fase di ricerca ed elaborazione, in cui hanno un ruolo determinante l'allegria e il piacere di suonare assieme, quasi una palestra dove sperimentare e mettere alla prova, tra amici, le intuizioni che poi verranno portate a maturazione e piena consapevolezza in TaranProject.
Nondimeno, i Gozzansamble ebbero una loro identità artistica riconoscibile e compiuta, come testimonia questa suggestiva esecuzione invernale di "Aquila bella", a Caulonia nel 2008, dall'atmosfera quasi ieratica.
(video di Gabriele)

In altri momenti a prevalere erano l'entusiasmo e una vivacità sanguigna, brillantemente sostenuta dalla verve ritmica di Roberto de Angelis.

Negli ultimi due anni Roberto ha proseguito felicemente il suo itinerario, come virtuoso dei tamburi a cornice, come cantante, talvolta come leader, sempre guidato da grande passione per la musica popolare; ha fatto parte di varie formazioni, tra cui TaranQuartet e Koralira.
Di Mimmo, Andrea e Gabriele naturalmente sappiamo tutto.

Ad Andrea, in particolare, un grazie per avermi raccontato gran parte di quel che ho qui riferito.

3 commenti:

  1. Su youreporter si può vedere una interessante intervista a Roberto de Angelis:

    http://www.youreporter.it/video_INTERVISTA_AL_MUSICISTA_ROBERTO_DE_ANGELIS_1

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