In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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1 maggio a Rosarno, il 2 a Chivasso!

Da un capo all'altro d'Italia, due appuntamenti speciali per i TaranProject in questo weekend.
Sabato saranno a Rosarno per il grande Concerto del 1 maggio:
il sentimento di fratellanza collettiva che accompagna ogni esibizione dei TaranProject varrà sicuramente, più di qualsiasi slogan e dei comizi, a definire la risposta della gente di Calabria agli interrogativi posti dal tema dell’integrazione.
Dopo poche ore i nostri SuperEroi - ma come faranno? - ricompariranno in Piemonte:
la sera del 2 maggio grande chiusura, in Piazza d'Armi a Chivasso, della sesta edizione della Festa dei Calabresi.

A Chivasso ci saremo anche noi, ci si potrà riconoscere dalle magliette con il logo qui accanto!

Quattro giorni da favola

Al rientro dopo quattro giorni in Calabria, con due straordinari concerti dei TaranProject e tanti altri incontri e avvenimenti da raccontare, il primo pensiero è un grazie a Mimmo, Cosimo, Giovanna, Carmelo, Andrea, Alfredo, Gabriele... un grazie a Giupi... un grazie a Vincenzo, Santo, Francesco Franco, Cosimo... a Catè, a Carmen, a Ciccio... perchè abbiamo scoperto tante belle persone anche sotto il palco!

Martone... Bianco... Bruzzano

Reduci dal successo al Vinitaly, i TaranProject tornano profeti in patria con una nuova tripletta di concerti, preludio a un mese di maggio che si annuncia densissimo di appuntamenti.
Dopo la Pasqua di Portigliola-Gioiosa-Bovalino è ora la volta di:
- Martone venerdì 23
- Bianco sabato 24
- Bruzzano domenica 25 aprile.
E' la festa della Liberazione, per noi anche la liberazione della Festa!

(e a Bianco ci sarà pure il mimmocavallarofanclub!!!)

Nella bottega dei TaranProject

Nel mio resoconto sul Vinitaly ho fatto appena un breve accenno all'opportunità che ho avuto di conoscere personalmente i TaranProject: un po' per pudore nel raccontare una dimensione privata, un po' nella convinzione di voler essere il più possibile oggettivo nella mia cronaca.
Ma dopo aver letto il bellissimo commento di Carmelo, mi sono reso conto che non parlare dell'aspetto relazionale ed emotivo significava trascurare un elemento fondamentale dell'esperienza vissuta coi TaranProject.
Non si è trattato solo del piacere - per me loro fan - di contattare i miei idoli, di scambiare qualche chiacchiera con loro, carpire qualche notizia, aneddoto, impressione – è già questo sarebbe di per sé ciò che ogni fan sogna! – ma di molto di più.
Ho conosciuto, o direi meglio sono stato accolto, da sei persone che, nei differenti caratteri di ciascuno, hanno manifestato tutte un'attitudine non comune ad entrare immediatamente in comunicazione significativa, lasciandosi indietro convenevoli e frasi di circostanza per dimostrarsi straordinariamente presenti, partecipi, attente al dialogo che nasceva lì per lì. Ho toccato con mano una delle ragioni decisive della passione speciale che i TaranProject suscitano in tutti noi che li ascoltiamo senza stancarci mai.

Nel gruppo ciascuno dei sei ha uno uno spazio specifico e insostituibile, ognuno regala agli altri la propria creatività, e al pubblico, ad ogni persona del pubblico, la più sincera espressione di sè. Non esistono leader o gregari: merito di Mimmo e Cosimo, che dei veri maestri possiedono l'umiltà e la curiosità di ascoltare; merito di Giovanna, Alfredo, Andrea e Carmelo, quattro ragazzi ricchi di talento e personalità.
Li ho visti carichi e concentrati prima di suonare, li ho visti amorevolmente chini sui rispettivi strumenti, li ho visti scambiarsi incoraggiamenti e segni d'intesa, li ho visti sbirciare trepidanti la reazione del pubblico, e sempre rispondere ad essa in modo significativo, li ho visti davvero esausti, e felici, alla fine dell'ultima esibizione, dopo aver dato tutti se stessi. In tutti questi momenti li ho visti proporsi con la cura e l'attenzione dei gesti che è propria del più nobile artigianato; una perizia che non si applica tuttavia solo alla materia, gli strumenti, e nemmeno al loro immateriale prodotto, il suono, bensì a ciò che vale più di tutto: le emozioni, che in ogni concerto vengono suscitate, accudite, offerte alla comunicazione col pubblico, trattate sempre con coraggioso coinvolgimento e rispettosa sensibilità.
Così credo di aver capito l'autentica dimensione dei TaranProject: una meravigliosa bottega di artigiani delle emozioni.

i TaranProject in TV su RaiUno!

Domenica scorsa su RaiUno, nel corso della trasmissione Linea Verde dedicata al Vinitaly, si sono visti i TaranProject dal vivo allo stand della Calabria. Il brano non poteva che essere "U jimbusedu", storia del gobbetto che partì per andare alla fiera...
Ecco il link (a partire dal minuto 17)

Mimmo Cavallaro sbanca il Vinitaly!

Alla fiera nazionale del vino, tenutasi a Verona, la Calabria era presente sia nel settore propriamente enologico che – ancor più in grande stile – nell'area dedicata agli oli. Una presenza che ha lasciato il segno: sicuramente per la qualità dei prodotti, molto per la dimostrazione pratica della proverbiale ospitalità calabrese, con generosa offerta ai visitatori di ghiottonerie gastronomiche, ma soprattutto per la musica, rappresentata ai massimi livelli da Mimmo Cavallaro con i TaranProject.
Per me l'occasione finalmente di rivederli dal vivo dopo quattro mesi, e di conoscerli personalmente.
E che abbuffata è stata! Non parlo della pasta e fagioli con la cotica, né di melenzane o maccaruna, ma dei ben cinque concerti che i TaranProject, accompagnati dalla giovane ballerina Maria Vittoria, hanno tenuto tra sabato e domenica, dividendosi tra i due spazi espositivi, sottoponendosi a un massacrante andirivieni con traslochi di strumenti, soundcheck da rifare e set da allestire, e pure riuscendo a proporre in ciascuna delle dimensioni – ora un solo brano, ora tre, ora un paio di interi concerti di un'ora e mezza – espressioni sempre diverse e avvincenti della loro creatività.
Li ho seguiti nei due giorni, in un sovraccarico di emozioni, una gioia che si è continuamente protratta e rinnovata:
tutto quello che un fan ha sempre sognato e mai osato chiedere!

Se qualcuno poteva dubitare che l'impatto dei TaranProject, fuori dalla terra di cui sono i re, lontano dal feeling speciale che li lega al loro pubblico, potesse non essere lo stesso, ora dovrà ricredersi. Per quanto ad ascoltarli vi fossero operatori del settore vinicolo o curiosi capitati lì per caso, si è ben presto creato il solito magnetico coinvolgimento, quella comunione istintiva tra musicisti e spettatori – pochi o tanti che fossero, secondo i momenti – che moltiplica le energie e le qualità artistiche di Mimmo, Cosimo e soci. Mi sono divertito a riscontrare sui volti di molti passanti occasionali quella scossa di stupore che coglie chi ascolti per la prima volta Spagna, o Mulinarella, o Tarantella Nova, restando sbalordito per la scoperta di tanta inattesa meraviglia.
(la foto è di Giupi)

Rivederli a distanza di mesi mi ha consentito di apprezzare minime e decisive variazioni qua e là: una versione tiratissima di “Cioparella” con Carmelo che pare un satanasso, una “Comu si gira” fremente e quasi spettrale, i ricami preziosi di Giovanna alla seconda voce, e il suo travolgente successo come ballerina di tarantella, regina della scena con la sua espressività forte e sincera; qualche chicca insolita, come una “Riturnella” che dalla versione ben nota di Eugenio Bennato torna ora perentoriamente di proprietà calabrese, o il recupero della bellissima ballata “Rosa”, che fu dei SonuDivinu. E poi il suono davvero magico della lira; a sentirla così da vicino, quasi unplugged, scardina i cuori e rimescola le emozioni più profonde: in “Stilla chjara”, naturalmente, e in una “Li boni festi” ipnotica e luccicante, con Mimmo e Cosimo che paiono i due sciamani dei buoni sentimenti.
“Corvu nigru” e “Tarantella Brada”, alla fine, hanno scatenato il baccanale danzereccio, in un'apoteosi in diretta televisiva (anche sulla Rai, con Linea Verde).
Insomma: un trionfo!

Tarantella della Seduzione

Il repertorio dei TaranProject deve evidentemente molto alla tradizione musicale locale, sia per i testi che in quanto a ritmi e melodie.
Quel che li proietta due spanne al disopra delle dozzine di altri gruppi che fanno musica folk è la virtù che ha Mimmo, con pochi tocchi di bacchetta magica, di confezionare ad intarsio i testi, conferendo loro una precisa dimensione narrativa assieme a quel senso di lieve straniamento che li rende così affascinanti; e di far quadrare a pennello le musiche, trasformando quelli che in origine erano canovacci ritmici buoni per l'improvvisazione e il ballo in compiute e smaglianti canzoni dall'appeal universale.
Pochi sono in effetti i brani ripresi integralmente dalla versione popolare, ad esempio Rosabella e Cioparella. All'estremo opposto vi sono viceversa alcune canzoni “d'autore”, come Rosa Russa dello stesso Cavallaro, e questa “Tarantella della Seduzione”.
La compose una decina d'anni fa, agli albori dei TaranKhan, Stefano Simonetta, oggi affermato bassista dei Taranta Power di Eugenio Bennato, nonché cantautore in proprio come Mujura, e sempre fratello minore dell'Andrea chitarrista dei TaranProject. Erano i tempi in cui – lo ricorda proprio Stefano – vedendo comparire lui, Mimmo e Fabio Macagnino, gli impresari allibiti si chiedevano dove fosse il resto dell'orchestra da ballo che pensavano di aver ingaggiato; eppure i tre TaranKhan ci riuscivano, eccome, a scatenare la piazza, e a sollevare la “purvarata” di cui parla la canzone!

Il brano nacque come parte di un ideale Suite di Tarantelle. Chi fosse animato da zelo filologico ha ora l'opportunità straordinaria - seguendo questo link - di ricostruire l'intero trittico, andando ad ascoltarsi - nella versione registrata dai TaranKhan nel 2005 per il cd Albjonica - gli altri due pezzi di una triade che Stefano riassume sinteticamente in: Seduzione, Amore, Sdegno. I due brani si chiamano “Canto d'Amore” e “Occhj di Sita” (che inizialmente s'intitolava Canto di Sdegno).


(il bel video da youtube è di zezemia)

Nei concerti la Tarantella della Seduzione è assurta a pieno titolo al rango di classico, è tra le più amate (e le più ballate) dal pubblico, forse perché esplicita alla perfezione le due anime della tarantella calabrese: da una fase iniziale molto cadenzata, dominata dalla geometria rigorosa delle figure di danza e dei rituali sociali ad esse sottesi, si passa ad un vorticoso crescendo in cui il parossismo sale assieme al desiderio erotico - scatenato appunto dal gioco della seduzione - fino all'invocazione di santi e Madonna a far da complici alla conquista amorosa, e fino all'appassionata carnalità dell'ultimo verso.

Ecco qui di seguito il testo, e – come sempre nei commenti – la traduzione in italiano.

(un grazie a Stefano per le notizie sul brano, accompagnato dall'in bocca al lupo per il suo bellissimo disco solista di imminente pubblicazione)


Tarantella della Seduzione

Arzira a lu pajisi fici rota
morimmu tutti di la purvarata
arzati la gunnella
arzati la gunnella
arzati la gunnella 'n curtesia

Tutti abballaru cu la bella mia
puru lu figghju di la parmisana
lu mastru 'i ballu mu'
lu mastru 'i ballu mutu
lu mastru 'i ballu mutu addimurava

Nci fici 'nzinga 'mu veni cu mmia
arretu a lu ruvettu, a la sipala
e ida mi guardava
e ida mi guardava
e ida mi guardava e s'a fujia

E veniti veniti cu mmia
e vui, cumpari, sonati pulitu,
abballati cummari Natedda
e vui, massaru, cu tamburellu,
San Pascali Bailonni
protetturi di li donni,
dassa stari pe' stasira
fammi la grazia, Madonna mia.
Ca puru so mamma nci lu dicia
chi natichi tundi e chi minni ch'avia.

Passau lu santu e passau la festa
non si nda dinnu cchjù missi cantati
Mussu di labbra ru
Mussu di labbra russi
Mussu di labbra russi 'nzuccarati.

A luna è na certezza assicurata
u vinu mina forti 'nta meduda.
Ballasti poi cu mmia
venisti sup'a mmia,
trasisti 'nta stu cori spanpanatu.
A luna è na certezza assicurata
u vinu mina forti 'nta meduda.
Ballasti poi cu mmia
venisti sup'a mmia,
trasisti 'nta stu cori spanpanatu.

E veniti veniti cu mmia
e vui, cumpari, sonati pulitu,
abballati cummari Natedda
e vui, massaru, cu tamburellu,
San Pascali Bailonni
protetturi di li donni,
dassa stari pe' stasira
fammi la grazia, Madonna mia.
Ca puru so mamma nci lu dicia
chi natichi tundi e chi minni ch'avia.

Pasqua con i TaranProject

Qual è la sorpresa dentro l'Uovo?
Tre appuntamenti con i TaranProject!
Si comincia la sera di Pasqua a Portigliola, paesino dell'entroterra di Locri situato nell'area archeologica di Epizephiri, rinomato per le enormi e spettacolari querce che dominano i boschi circostanti.
Il giorno di Pasquetta proverbiale scampagnata sul lungomare di Gioiosa Marina, dalle 16 in poi, per la manifestazione intitolata "Mangia, ‘mbivi e abballa": alle prime due esortazioni provvederanno la prelibatezze dell'enogastronomia calabrese, della terza naturalmente si occuperà Mimmo con i suoi.
La sera del 6 concerto a Bovalino, una piazza che ancora mancava nel palmarès del Sona Battenti Tour.
“Li boni festi” a tutti!