Partecipare a tre concerti di fila dei TaranProject ha significato restare tramortiti dalla meraviglia la prima sera, dolcemente catturati dalla consuetudine la seconda, essere infine del tutto rapiti dall'incanto la terza.
Complici la luce trasparente e coloratissima della Locride, e la gentilezza ineguagliabile della sua gente, è stato come inoltrarsi in una fiaba, che giorno dopo giorno svolge il filo del suo racconto attraverso episodi musicali ed umani che si ripropongono, uguali e sempre diversi.
C'era da ascoltare le nuove canzoni, da rivedere vecchi e nuovi amici... e così le impressioni di Soverato sono state una mescolanza di familiarità e sorprese, di incontri e ricongiungimenti.
L'inizio del concerto 2010 non può che essere ancora “Lu cantu di lu Marinaru”, con la novità di Gabriele che imbraccia la frauta, una canna di corteccia col cui zufolìo chiama a raccolta i Venti, evoca spazi sconfinati, lontananze e solitudini, nomadismi di pastori e marinai; così l'Aria si inserisce tra la Terra, i tamburi di Alfredo, e l'Acqua, la chitarra di Andrea, a completare la conta degli Elementi attraverso cui si dipana l'introduzione a questo straordinario brano mitopoietico.
Segue “Passa lu mari”, che celebra l'accoglienza fraterna e danzante tra le genti come il tema dell'estate.
La scelta di proporre i brani inediti intrecciati in alternanza con i già noti risulta vincente: l'accostarsi alle nuove sonorità, ai testi, è dolce e graduale, e non poteva essere che così nell'universo inclusivo dei TaranProject. Nessuna delle vecchie amatissime canzoni è stata abbandonata del tutto, e di sera in sera si danno il turno nell'ospitare in scaletta le nuove. Da queste la prima forte sensazione è la bellezza dei suoni - specie se comparati al primo ascolto via internet da Locri il 28 giugno - e non si loderà mai abbastanza il tecnico Filippo Montalto per la sua opera di cesello, che tanta parte ha nel definire il fascino ammaliante dei concerti.
Si schiudono dunque ai nuovi brani le strade del cuore, e lì si insinuano delicatamente con le tante bellissime immagini dei testi, e con melodie mai clamorose ma che di sera in sera svelano nuove e inesplorate nuances, screziature di colori, fragranze inebrianti, come fiori ben vivi non ancora cristallizzati in forma di classici.
Così i Fiori di Fiumare vengono intercalati alle pietre miliari: un fiore e una pietra preziosa, nu hjiuri e nu diamanti.
A Camocelli, l'indomani, manca Giovanna! E' per via di un'indisposizione, e tocca agli altri fare un po' anche la sua parte: Mimmo è insolitamente espressivo nella mimica, addirittura ballerino per qualche passo, e amorevolmente paterno nei gesti di scherzosa fermezza con cui, senza smettere di cantare, tiene a freno i bimbi accovacciati ai bordi del palco, mossi anche loro dall'impulso irresistibile ad alzarsi, per sgambettare o picchiare sui tamburelli; Cosimo ammicca e prorompe più che mai, onnipotente demiurgo in questa piccola contrada a pochi chilometri da casa sua; Gabriele s'ingegna a dissimulare i vocalizzi mancanti con arabeschi di sax e pipita...
A Locri, la terza sera, Giovanna c'è, anche se prima di iniziare confessa che forse non ce la farà a cantare... E infatti ci regala una performance memorabile! Quando intona la nuova “Ninna Nanna” ne estrae sfumature interpretative struggenti, le porge con intensità assorta, e il pensiero corre ad un'altra voce immortale del sud e del mare, quella di Amalia Rodrigues; però l'immagine che resta negli occhi è di lei bellissima nella lunga veste rossa, le braccia che accarezzano morbide il grande tamburo inondato di candida luce: è la Musa del Canto.
Anche gli altri musicisti mi appaiono ora come i protagonisti di un mondo fantastico: Carmelo è il Gatto con gli Stivali, astuto, sapiente, indispensabile nel superlavoro cui è chiamato, tra sala di registrazione e concerti, e sempre favoloso nei suoi balzi delle sette leghe; Andrea è un accorto Pollicino, che si prende cura del perfetto bilanciamento degli ingranaggi sonori di ogni brano, ma sgattaiola via inosservato, lui che non vuol perdere una goccia del suo aplomb, un attimo prima che i sodali si esibiscano nella processione di Santu Roccu: è condotta da un furbesco e radioso Tamburino, Alfredo ovviamente, e chiusa da uno sciccosissimo Pifferaio Magico, Gabriele.
Mimmo e Cosimo allora sono i fratelli Grimm, le Voci Narranti che suscitano e tengono in pugno il fremito emotivo della piazza, e noi ci abbandoniamo all'ascolto immagati.
Poi, proprio durante l'inno più amato, giunge notizia sull'esito della finale mondiale: e non poteva andare che così - altro che polpo Paul, è da un anno che Cosimo lo va proclamando a piena voce: Spagna!
La vena fabulatoria dei due Narratori trova conferma nella scelta delle ultime due filastrocche. C'è la storia di Ciccio, che sa fujiu cu' Rosina, e poi quella del gobbetto che andò alla fiera, uno “Jimbusedu” che sembra non stancarsi mai: l'organetto di Cosimo gioca col ritmo, lasciandolo languire per poi rilanciarlo verso parossismi inauditi, finché ci costringe alla resa, attoniti e del tutto conquistati.
Attorno al palco ho scorto altre presenze fiabesche: Pino l'inesauribile e Marco l'esuberante, assieme a tutto lo staff, sono i Titani sulle cui spalle possenti poggia il mondo incantato dei TaranProject; a vegliare su esso sono la consapevolezza benevolente di Giupi, angelo dal sorriso luminoso, e l'acume del saggio pizzetto di D'Artagnan Francesco Franco, senza dimenticare gli altri tre ardimentosi Moschettieri del “Danza cu lu ventu...”, e le splendide Fate Giuseppina e Barbara, che hanno animato le danze di un'infinita Rota...
Dopo il concerto una signora, Fata attempata coi capelli d'argento e gli occhi luccicanti di gioia e stanchezza, lamenta sconsolata che non ce la fa più: ogni sera al concerto fino a tardi, e poi la mattina al lavoro, mangiare di corsa, e poi via in macchina per raggiungere la prossima tappa del tour, una vita d'inferno... per rincorrere il paradiso. Come si potrà reggere ancora a lungo?
Forse saltare qualche serata? No, questo è fuori discussione!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Dunque....
RispondiEliminaSALTARE ? SI.. durante i concerti facendo rota e ballando... allora si..
bravo filippo x la bellissima lettura del TRIS.. ank se ho saltato l ultima del tris.. (a proposito di saltare) ma ke cmq ho recuperato la sera dopo a Casignana..
CUORE TARANTATO sempre presente x DANZARE CON IL VENTO tra il caldo e la stanchezza...
.. SANTO R vi saluta ..
a presto..
A tanto bella fiaba se qualcosa può essere aggiunta è solo un buon narratore... Grazie Fil !!
RispondiEliminaSi' u mejjhiu ;-)
Durante quest'ultimo tris ho rivissuto in qualche modo tutto il percorso di questi mesi(ormai anni) che mi lega a questa musica, ai nostri eroi e alle relazioni umane che ne sono scaturite...Un ritmo talvolta insostenibile meravigliosamente sostenuto!
"Una vita d'inferno ... per rincorrere il paradiso"
FF
Su calabriacaffe.it le impressioni di Giuseppina, che partendo da Mimmo Cavallaro propone riflessioni acute ed ispirate sulla Locride, la sua storia, la sua cultura:
RispondiEliminahttp://www.calabriacaffe.it/news/15526/locri-memorie-e-voci-dal-passato