In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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L'anello ritrovato

A più riprese, su queste pagine, abbiamo ricostruito percorsi e intrecci dei protagonisti di quella che potremmo definire la Saga di TaranKhan: una mappa ormai sostanzialmente decifrata, al centro della quale il progetto TaranKhan si staglia come il magico crocevia delle avventure artistiche di coloro che ancor oggi sono le creste più spumeggianti dell'Unda Jonica; fu in quel gruppo che si realizzò una prima perfetta sintesi musicale, e fu da lì che si dipartirono le successive personali parabole di Mimmo Cavallaro, Francesco Loccisano, Fabio Macagnino, Stefano Simonetta. Ma non va naturalmente trascurata, in questa nostra epopea, la cruciale irruzione, tra le schiere dei Cavalieri di Re Mimmo, di quel Parsifal, paladino del Sacro Graal della tradizione, che risponde al nome di Cosimo Papandrea, che sparigliò le carte con la sua prepotente e spettacolare vitalità.
Fu come sempre Fabio Macagnino, guidato dal suo fiuto rabdomante per le nuove e più ardite commistioni, a formare per primo un duo con Cosimo, e la storia dei SonuDivinu che ne conseguì è già stata ampiamente scandagliata.
E tuttavia, come può accadere all'archeologo che si aggiri per le zone di scavo, fortuna vuole che un refolo di vento provvidenziale scopra un'inattesa vestigia, una fugace traccia che si rivela preziosa per rinsaldare un altro nesso ancora.
E' successo così qualche settimana fa, con la comparsa su Facebook – ad opera di Fabio, of course – di un mucchietto di vecchie foto che lui ha riassunto sotto il titolo "SonuDivinu Story".
Non si tratta affatto, però, di una cronologia fotografica di quel gruppo, quanto piuttosto – almeno così a me pare – della testimonianza di due concerti che dovrebbero risalire alla preistoria dei SonuDivinu, quando ancora si chiamavano Atnarat nel 2005, o forse all'inizio dell'estate 2006, comunque in una fase decisamente ancora embrionale e fluida.
Ne è prova, decisiva come la datazione al Carbonio 14, la presenza straordinaria di Daniela Bonvento alla lira: per suo stesso racconto, Daniela si ritirò dalla scena in coincidenza con la nascita del figlio, quando si sciolsero i TaranKhan prima versione nel 2004, e solo in sporadiche occasioni partecipò a qualche serata, “qualcosa con Cosimo e con le nuove formazioni che nascevano, il progetto di Fabio di cui non ricordo il nome“.
Due quinti di TaranKhan e già tutti i carati dei SonuDivinu, è la lega pregiata di questo episodico anello di collegamento.
In questa foto - sorpresa!, ma mica poi tanto - vediamo un Mimmo Cavallaro in ciabatte, evidentemente cooptato sul palco all'impronto, formare una sorta di proto-KarakoloFool con Carmelo, Andrea, Fabio e Cosimo, qui non visibile ma sicuramente presente: lo si evince dall'immagine in cui vediamo i musicisti in alta uniforme di scena, cioè una coppola color crema che buffamente sfoggiano in tre.
Il luogo potrebbe essere – ma attendo conferme qualificate – il Lido Blue Dahlia di Marina di Gioiosa, il sacro tempio della musica locridea dove pressoché tutte queste vicende si sono dipanate, sotto il sapiente sguardo maieutico del patron Ruggero Malgeri.

2 commenti:

  1. Ecco il link al set completo delle 33 fotografie, pubblicate su Facebbok:

    http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150562481148009.479866.692403008&type=1

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  2. 'ndranghetista ignorante.

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