In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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Moglie e buoi...

dei paesi tuoi:
uno dei più triti detti popolari, la prova che non sempre arcaico equivale a saggio (ché invece sono le mescolanze genetiche a far la fortuna delle razze, le bovine come l'umana); eppure un luogo comune duro a morire, e diffuso dappertutto: prova ne sia che qui da dove scrivo, in provincia di Vicenza, c'è una canzone dialettale che illustra doviziosamente i rischi che si corrono a sposare una “terrona”, salvo poi spiegare, alla fine, che l'appellativo si riferisce ad una fidanzata ...di Rovigo!
Già, perché non c'è limite a quanto può essere angusto l'orizzonte campanilistico, fino a farci guardare con sospetto chi arriva da appena qualche chilometro più in là.

Di questo tratta, scherzosamente, una delle due canzoni nuove in scaletta quest'anno, quella di Cosimo: su un'aria allegra e trascinante, nobilitata da un bell'assolo di lira, si snoda il classico tormentone materno rivolto al figliolo che vorrebbe prender moglie; ma si sa, a suocera nessuna nuora va a genio, e così la mamma iperpossessiva demolisce a priori ogni potenziale sposina, fa terra bruciata dell'intero circondario, deplorando questo insensato "Franeju 'i maritari", questa frenesia di volersi sposare.
Finché il figlio, spazientito, tronca la giaculatoria con un proposito, a suo modo, rivoluzionario: lui impalmerà una forestiera!

Carta geografica alla mano, è evidente che il dialogo si svolge in qualche contrada della Piana di Gioia Tauro, giacché l'anatema materno colpisce l'intera cerchia dei paesi; tra questi curiosamente uno ce n'è che sulla carta non si trova: è Radicena, comune che non esiste più da quasi un secolo, essendo confluito con altri a formare, nel 1928, Taurianova.
L'ultimo della lista è Mammola, che dagli altri cinque si discosta un po': così nel testo originario? O non sarà stata una furbata di Cosimo, che ha aggiunto a bella posta un riferimento al paese di Giovanna, per poterla tirar nell'archetto sull'ultimo verso?

Di seguito riporto il testo, e nei commenti la traduzione in italiano: per questa mi è stata di prezioso aiuto una giovane amica di Melito, Martina, artefice e conduttrice della vivace pagina dedicata ai TaranProject su Instagram, che invito senz'altro a visitare.

Ed ecco il brano dal vivo, lo scorso 27 agosto a Melito Porto Salvo.


Franeju 'i maritari

Mamma mia, giru la chjana,
pe' na zita paesana,
vinni l'ura 'e cumbenari,
nun me pozzo maritari.
Troppu duru esti lu lettu,
quandu l'omu resta schiettu.

Figghju meu, tu no' lu sai
ca so' picci e ca so' guai,
di 'sti tempi è bruttu affari
sent'a mmia lu maritari.

Si t'a pigghji di San Giorgi
'a prima notti ti nd'accorgi.
Si t'a pigghji 'i Radicina
ti cumanda e poi ti mina.
Si t'a pigghji polistinisa
ti manda sempri 'u fai la spisa.
Si t'a pigghji 'i Cittannova
è megghju prima 'u fai la prova.
Si t'a pigghji 'i Cinqufrundi
fa dui facci e ti cunfundi.
Si t'a pigghji mammulisa
arrachi corpi tutti i misa!

Figghju meu, dassalu stari
'stu franeju 'i maritari.


Mamma mia, sentendu a ttia
nuja nc'è chi fa pe' mmia,
me la pigghju forestera
e finisce 'a tiritera!

6 commenti:

  1. Frenesia di sposarsi

    Mamma mia, giro la Piana
    cerco una fidanzata paesana,
    è giunta l'ora di combinare,
    non mi posso maritare.
    Troppo duro è il letto
    quando l'uomo resta solo.

    Figlio mio, tu non lo sai
    che son impicci e sono guai,
    di questi tempi è brutto affare,
    ascolta me, il maritarsi.

    Se te la prendi di San Giorgio
    la prima notte te n'accorgi.
    Se la prendi di Radicena,
    ti comanda e poi ti mena.
    Se la prendi polistenese
    ti manda sempre a far la spesa.
    Se la prendi di Cittanova
    è meglio che prima fai la prova.
    Se la prendi di Cinquefrondi
    fa due facce e ti confondi.
    Se la prendi mammolese
    prendi botte tutti i mesi!

    Figlio mio, lasciala stare
    questa frenesia di maritarti.

    Mamma mia, sentendo te
    nessuna c'è che fa per me,
    me la prendo forestiera
    e finisce la tiritera!

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    1. Ci rimane un dubbio riguardo all'espressione "arrachi corpi tutti i misa", che abbiamo tradotto a senso, aiutati dalla mimica di Giovanna sul palco, con "prendi colpi"; qualcuno sa dirci cosa letteralmente significa questo "arrachi"?

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    2. Ciao Filippo,
      "Arrachari" (suono aspirato del 'ch' ) vuol dire trascinare, strascicare ... ( puoi 'arrachari' un sacco pieno o un grosso legno se non riesci a caricarlo in spalla, quindi richiama il senso di portarsi dietro qualcosa di pesante con fatica ).
      " Arrachari corpi", ovviamente vuol dire 'prenderle', ma in questa locuzione, l'accento è messo non tanto sulla violenza dei colpi stessi , quanto sulla regolarità e immancabilità della razione e sulla durata nel tempo (tutti i misa) .... ( una condanna, insomma)

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    3. Grazie Francesco Franco!
      sei il mio Zingarelli vivente della lingua calabrese: autorevole, esauriente, tempestivo, una certezza per ogni mio dubbio. E la tua sfumatura interpretativa è perfetta.

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  2. Ho visto il concerto nel mese di agosto a Vena di Maida. Me ne sono innamorata perdutamente ..... C'era una canzone in particolare ....la storia di una mamma che piange per la figlia morta. Commovente, bellissima ... non riesco a ricordarne il titolo e non riesco a trovarla .... Chi mi aiuta? :))

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    1. cara Maria, la canzone che cerchi è "Cioparella", puoi ascoltarla e leggere il testo qui:
      http://mimmocavallarofanclub.blogspot.it/2010/07/cioparella-dove-sei.html

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