In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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Trionfo al Cilea

E' come un prorompente risveglio della natura, come un festoso canto di cicale, l'intrecciarsi dei commenti - ammirati, entusiasti, felici - dei fortunati che hanno assistito allo spettacolo di sabato a Reggio; c'è la voglia di riparlarne, raccontare, condividere, la spinta di un coinvolgimento così intenso che si protrae nei giorni successivi; accade dopo ogni concerto dei TaranProject, e questa volta ancor di più, per la lunga attesa che ha preceduto l'evento e per le tante sorprese che una serata così particolare ha riservato.
Ma lasciamo decisamente la parola a chi c'era: Giuseppina ci offre questo resoconto magistrale, che accende i rimpianti di chi non ha potuto esserci, ma al tempo stesso li lenisce accompagnandoci nel vivo delle emozioni.

(Le bellissime foto sono di Fabio Orlando)


"Dove sta scritto che la musica popolare è solo nelle piazze? Meglio abbandonare ogni preconcetto, e prepararsi a tutto, quando si parla dei TaranProject, anche ad andare a fare quattro salti di tarantella nel teatro più elegante della città. Chi l'avrebbe mai potuto immaginare, che questa nostra tarantella, tanto amata-odiata, avrebbe nel giro di pochi anni non solo conquistato le piazze di tutta la Calabria, ma anche quelle di altre regioni, e avrebbe addirittura trovato posto, un posto d'onore, nel tempio della musica a Reggio Calabria? Solo due estati fa al concerto dei TP sul lungomare di Reggio c'eravamo praticamente solo noi fans a ballare!
Sabato sera i bei manifesti rossi del concerto di Mimmo, Cosimo e TaranProject troneggiavano davanti al Teatro Cilea, al centro di un Corso Garibaldi gremito fino all'inverosimile. Un'atmosfera gioiosamente primaverile e festiva, che ci ha fatto dimenticare per qualche ora le difficoltà della vita di ogni giorno, e ci è sembrata un piccolo assaggio dell'estate che verrà.
Una volta entrati in teatro e trovato il posto, c'è stato il tempo di salutare i vecchi amici, compagni di tante ballate, e i nuovi, conosciuti sul fan club del gruppo.
Quando si sono accese le luci della ribalta, sul palco è apparsa la presentatrice dell'evento, la quale ha ricordato a tutti la formazione della band per poi lasciare finalmente spazio solo alla musica.

Il concerto è iniziato con una canzone, “Felicissimu boscu”, unica nel suo genere in quanto cantata a tre voci. E' raro che Cosimo, Mimmo e Giovanna uniscano le loro belle voci in un'unica canzone. Tutta l'attenzione del pubblico è per loro, ascoltiamo con piacere l'intrecciarsi della melodia con le parole.
La band si presenta alla grande, in piena forma: soprattutto Giovanna, che in un meraviglioso abito rosso acceso è bella più che mai e comunica una grande energia. Posta su un “piedistallo”, cattura lo sguardo e l'attenzione del pubblico, e non ci sono santi: la platea è già sua! La prima ovazione è tutta per lei!
Dopo questo primo, inaspettato assaggio di novità, gustiamo molte canzoni che, già presenti nel panorama musicale tradizionale, sono state riarrangiate e riproposte: "Corvu Nigru", che parte con la melodia antica e dolce, ma improvvisamente riacquista la sua infinita carica di allegria con le percussioni di Alfredo, e ci scatena, anche se il divieto è chiaro: non si balla!!! Parole al vento, sopratutto se il tuo vicino di poltrona è il simpaticissimo e scatenato Ciccio da Gejusa!
E poi "Patruni meu", nell'ormai affiatato duetto voce/ritmo, la voce di Mimmo, il tamburello di Giovanna, e ancora una vera perla nel repertorio di Mimmo: la dolcissima Zia Marianna, che tanto ci ha fatti sognare, anche sul blog di Filippo.

A questo punto, una bella sorpresa: viene invitato a salire sul palco il grande “mastru cantaturi” Otello Profazio, la persona alla quale dobbiamo la sopravvivenza e la memoria di tanti e tanti testi e stornelli. Profazio ha svolto per anni un lavoro di certosina pazienza, andando in giro per la Calabria a portare nelle piazze le storie che raccoglieva qua e là. A lui dobbiamo la meravigliosa "Spagna", che nasce come "Stornellu d'amuri" e viene poi riarrangiata e musicata da Cosimo. Profazio ha aggiunto dei versi finali, nei quali la bella figghjola, ormai inacidita, viene paragonata a un cespo d'insalata alla quale vengono a mancare una buona zappata e un'altrettanto importante annaffiata... E con questi versi salaci e allusivi, si procura un'ovazione da parte di un pubblico sempre più caldo ed entusiasta!

La presenza di Profazio sul palco è importante, poiché rende omaggio alla bravura di Cosimo e testimonia la continuità fra testo tradizionale e melodia moderna. In barba ad ogni detrattore, aggiungo io!

Dopo "Spagna", si prosegue con la scaletta: abbiamo ascoltato "Passa lu mari", e poi anche "Caulonia" (Castrum vetus), un testo di Mimmo che doveva già comparire qualche anno fa in “Sona battenti”, ed ha trovato ora la sua dimensione ideale in un inizio quasi in sordina, che poi esplode nell'invocazione finale “Rivoluzioni, rivoluzioni!!” a doppia voce con Giovanna. Un testo evocativo della Repubblica Rossa di Caulonia, quando nella cittadina jonica il popolo, ribellandosi ai latifondisti, sotto la guida di Pasquale Cavallaro istituì, per pochi giorni soltanto, una Repubblica nella Repubblica. Un testo suggestivo e di grande efficacia, particolarmente sentito in questo periodo di insicurezza sociale ed economica: e come dar torto a chi grida, oggi come ieri, alla rivoluzione? Una musica stringente, che lascia senza fiato, un ritmo impetuoso che comunica tutta l'angoscia di una situazione esplosiva.

Uno spazio particolarmente significativo è stato dato alla voce femminile: Giovanna, per la gioia dei suoi fans, ha interpretato altre tre canzoni, questa volta vestita con una leggiadra tunichetta bianca: la nostra dea dell'Olimpo ha interpretato "Sona ssu tamburu", "Vurria" e infine la bellissima "Ninna nanna", quest'ultima grande assente nella scaletta precedente. Cosimo ci ha poi presentato un brano il cui testo è stato scritto dal poeta Antonio Trimboli... Quanto prima avremo altre informazioni.
Il momento clou della serata è arrivato con la premiazione dei TP da parte del sindaco Arena, con alcune belle targhe, a testimonianza del riconoscimento ufficiale dei TaranProject come primo gruppo di musica popolare in tutta la Calabria.
Un gradito stacchetto è stato quello proposto da Gabriele e Alfredo: l'uno alla zampogna, altro strumento della tradizione popolare calabrese, e l'altro al tamburello. Abbiamo concluso la serata con "Sona battenti", "Citula d'argentu", "Stilla Chjara", "Lu cantu di lu marinaru", "Jimbusedu".

Qualche parola sul pubblico, che ha riempito lo spazio del teatro con tutta la forza del suo entusiasmo, reggini e non, persone venute anche da molto lontano: gente entusiasta, orgogliosa, affettuosa, ha tributato ai TaranProject una vera ovazione ad ogni canzone presentata, per poi esplodere, letteralmente, di felicità al rituale della Processione di “Santu Roccu”, momento durante il quale i musicisti scendono dal palco per suonare in mezzo alla folla che li acclama e li sente vicini, gente quasi di famiglia, certo non divi intoccabili e inarrivabili.

Ma credo che il vero ringraziamento, per una serata del genere, oltre che ai cantanti, vada a coloro che, un po' nell'ombra rispetto a chi presta la voce, reggono tutto il gioco: i musicisti Andrea, Gabriele, Carmelo, Alfredo, e anche chi si occupa delle luci, del mixaggio, e dell'organizzazione. Insomma, ragazzi... grazie di cuore, una serata così non si dimenticherà facilmente!
E che gli Dei vi sorridano!!"


Nei commenti qui sotto altre testimonianze...

6 commenti:

  1. Un altro ispirato racconto della serata è quello di Pino Carella, apparso su Facebook. Eccolo qui:

    Profanato il Cilea.
    Non il tappeto rosso come si usa nelle grandi occasioni, ne’ lustrini e ne’ abito scuro da seratone di gala’ eppure il teatro e’ tutto esaurito. Roba da non credere non accade spesso qui. Si fa’ il pienone con opere da cartellone prestigioso, da queste parti oramai sempre piu’ rari, e stasera non c’e’ ne’ il Nabucco, ne’ la Cavalleria rusticana , eppure un pienone di queste dimensioni davvero non lo si vedeva da tempo. A sipario chiuso appare la presentatrice in abito lungo intubata fino ai piedi in contrasto evidente con cio’ che profferisce citando le gesta intorno al mondo del tarantellaro di Gozza, lei parla di tarantella con un’eleganza sublime, incredibile, la danza popolare ha conquistato anche i palati piu’ raffinati ed il popolo della taranta si e’ mescolato in platea e perfino sulle logge, volti piu’o meno noti incontrati qua e la in tre anni di piazze d’Italia, “scalmanati” dal cuore tarantato, da sempre lasciatosi mordere dalla tarantola ,ora li vedi li seduti, composti accanto a signore dalla chioma appena stirata, per la serata di gala, e, signori sobri, perfino nel tossire, per affievolire il rumore fastidioso prodotto da colpetti brevi, tossiti sul fazzoletto ricamato, per non disturbare il concerto ormai imminente, si guardano vicendevolmente, anche con diffidenza. Stili di vita profondamente diversi, seduti oggi fianco a fianco. La simpatica ed elegante presentatrice prende la via buia del retro palco, partono le note della chitarra di Andrea Simonetta, il sipario di apre, un silenzio tombale cala su platea e palchi, sensazione strana, il popolo della taranta si sara’ adeguato all’ambiente meritevole di rispetto per il prestigio che ha.
    Con consumata maestria Mimmo, Cosimo e Giovanna affrontano la scena con il primo pezzo, felicissimu voscu ed aggiungiamo noi, felicissima sera Tarant Project l’inizio inconsueto a tre voci da gia’ l’idea della serata diversa dal solito’ e’ un susseguirsi di emozioni impiegabili, il concerto scivola via in un batter d’occhio e come le cose belle e rare, finiscono subito passando tra rivisitazioni di pezzi importanti come Corvu nigru e Spagna insieme ad Otello Profazio ed ad altre novita’ che abbiamo avuto modo tutti di apprezzare saranno sicuramente, le nuove ballate collettive di piazza. Un momento davvero unico per suggestione ed oggi si anche classe si ha quando Mimmo intona la “nuova” castru vetus inno alla sua Caulonia, alla antica Castelvetere, allora Giovanna appare trasformata in Dea greca, con movenze da vera danzatrice professionista quale ella e’, l’alone di luce che i ragazzi di Filippo Montalto hanno sapientemente disegnato sulla sagoma della Scarfo’, esprimono un richiamo forte al passato ed ai nostri padri, i versi di Mimmo ripercorrono un pezzo di storia di Caulonia appaiono gia’ come una pietra miliare per il suo repertorio, destinato dunque all’ inevitabile successo.
    C’e’ anche il tempo per suggestionare e stregare il popolo della taranta che finora ha assistito silente alla performance dei Tarant Project e prima Santu Roccu e poi Stilla chjiara mordono a dovere i tarantati e si balla ai lati della platea e perfino sulle logge, lo fanno anche i signori di prima, quelli vestiti a puntino per il gala’ si dimenano con sobrie movenze sulle loro sedie. 31 marzo 2012 il teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria “profanato” dalla taranta.

    Pino Carella

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    1. ecco, freschi freschi, i versi finali che Profazio ha cantato, su "Stornellu d'amuri"...belli salaci, eh!!!

      oi pedi di lattuca ncappucciata/
      lu voi sapiri stu cori chi penza/
      penza ca a malu puntu si chiantata/
      in facci a lu lubici e a la prudenza/
      dimmillu si si mala curtivata/
      oppuru l'ortulanu si ti penza/
      si di me mani fusti abbivarata/
      prima di l'annu facivi simenza

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    2. a me il concerto non è piaciuto non c'era l'atmosfera della piazza, siamo stati ingessati e impossibilitati a ballare ....spero che non ci sarà un'altra occasione del genere meglio la piazza con i suoi odori, rumori e fratellanza.
      per il concerto estivo spero che ai tarantaproject diano una vera piazza e non l'arena come si prospetta meglio piazza del popolo, piazza duomo la vera piazza della tarantella a Reggio
      L.M:

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  2. Un altro bel resoconto dell'evento, opera dello scrittore Antonio Calabrò, si trova su Zoomsud.it, a questo link:

    http://www.zoomsud.it/primopiano/30758-reggio-cilea-cavallaro-e-papandrea-fanno-ballare-penelope-afrodite-e-le-piu-belle-donne-del-mondo.html

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  3. Ancora altri articoli dal web.

    - su Strill.it:
    http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=125751:reggio-i-taranproject-qinfiammanoq-il-cilea-big-dellestate-reggina&catid=40:reggio&Itemid=86

    - su Reggiotv.it:
    http://www.reggiotv.it/notizie/cultura/26140/cavallaro-papandrea-taranproject-cilea-vibra

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  4. Quando lo trasmetteranno su TeleMia? Ho visto che erano presenti le telecamere...

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