Qual è la canzone più bella dei TaranProject? Quella che anche tra cent'anni ascolteranno con la considerazione devota che si tributa agli immortali?
Impossibile rispondere. Troppo lacerante lo strazio di lasciare questa o quell'altra per prenderne una sola.
Ma una cosa è fuor di dubbio: se prima di arrivare al verdetto ci fosse da compilare una rosa di papabili, diciamo dieci, Citula d'argento ci sarebbe. Anche se la rosa fosse una cinquina, ci sarebbe. E se fosse solo una terna, ugualmente, sono sicuro, ci sarebbe. Perché questo brano è un'opera d'arte senza tempo e luogo, un assoluto in musica.
Domanda di riserva: ma che cos'è questa Citula?
Lo chiedono in molti. E cos'è, piuttosto, questo Duduk? ribatterei. Perché è dal duduk che si deve partire, dalla melodia evocativa e straniante, misteriosa e dolcissima, che Gabriele intona all'introduzione con questo flauto armeno, trasportandoci sul tappeto volante verso le steppe arse dal sole e i ventosi altipiani, così singolarmente somiglianti a certi paesaggi aspromontani, ma in più maestose dimensioni.
E' il regno del Lupo a passo lento – non saprei immaginare definizione più fulminante e perfetta per scolpire il carattere fiero e generoso di Cosimo Papandrea - lui che all'abbaiar dei cani non si “spagna” (ma guarda un po' che coincidenza!), fa le cose a tempo e mai si pente, e, come un maestro zen, ci rivela la più profonda e schietta verità: senza lievito non si fa pane.
E un pane saporito e saziante sono per noi le sue canzoni.
La melodia e l'arrangiamento hanno un'apertura, una spazialità incredibili, un moto ascensionale che fa divampare la passione in un ciclone benevolente, scortando il sospiro ambasciatore fin lassù, dove le bellezze e virtù dell'amata si comparano con la Luna, destinata a soccombere nel confronto.
Ecco l'esecuzione dell'agosto 2010 a Cittanova (video by miospazioan)
Quando irrompe la voce di Giovanna, per poi rilanciare l'ultimo ritornello di Cosimo, è l'estasi: restiamo a bocca aperta a rimirare la possanza di questa volta affrescata in cui l'ingegno compositivo si combina con un pathos travolgente.
Sì, ne sono certo: tra cent'anni l'ascolteranno ancora, e ancora non sapranno decidersi, se esserne più ammirati o emozionati.
Ah, dimenticavo la citula: si tratta di una lira un po' più grande, quasi una cetra, e si suonava già nel Rinascimento. Anzi, ricordate? A Roma nelle Stanze Vaticane, la “Scuola di Atene” di Raffaello, dove son ritratti gli illustri e i sapienti di ogni epoca, Socrate, Euclide, Leonardo da Vinci... accovacciato, pare ci sia un suonatore di citula: sì, è Cosimo da Gejusa!
Citula d'Argentu
Chitarra d’oru e citula d’argentu
Fati sentiri stu sonu ‘mperiali.
Canzuni aju a cantari chjiù di centu,
Mu schiatta cu non voli e parra mali.
Eu su comu lu lupu a passu lentu,
E non mi spagnu si bajiunu i cani,
Li cosi fazzu a tempu e mai mi pentu,
Ca senza levitu non si faci pani.
La luna è janca e vui brunetta siti,
Ija è d’argentu e vui l’oru portati,
Ija si scura e vui ca la vinciti,
Ija s’accrissa e vui non v’accrissati.
Vui lu suli e la luna ca vi uniti,
Ma ne suli e no luna vi chjiamati.
Si lu suspiru avissi la parola
Chi bellu ‘mbasciaturi chi sarria!
Parti suspiru cu lu ventu vola
Vai a trovari tu la bella mia.
Eu t’amu quantu poti n’omu amari
Ti vogghjiu beni chjiù chi ti volìa.
La luna è janca e vui brunetta siti,
Ija è d’argentu e vui l’oru portati,
Ija si scura e vui ca la vinciti,
Ija s’accrissa e vui non v’accrissati.
Vui lu suli e la luna ca vi uniti,
Ma ne suli e no luna vi chjiamati.
(canta Giovanna)
“La luna ammanca e vui sempri crisciti,
ija perdi la luci e vui la dati...
E si l’arrivi penzerusa e sula,
dinci ca chistu cori la desìa"
La luna è janca e vui brunetta siti,
Ija è d’argentu e vui l’oru portati,
Ija si scura e vui ca la vinciti,
Ija s’accrissa e vui non v’accrissati.
Vui lu suli e la luna ca vi uniti,
Ma ne suli e no luna vi chjiamati.
(nei commenti la traduzione in italiano)
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Citola d'argento
RispondiEliminaChitarra d’oro e citola d’argento
fate sentire questo suono imperiale.
Ho da cantare più di cento canzoni,
schiatti chi non vuole e ne parla male.
Io sono come il lupo a passo lento
e non mi spavento se abbaiano i cani,
faccio le cose a tempo e mai mi pento,
ché senza lievito non si fa pane.
La luna è bianca e voi brunetta siete,
lei è d’argento e voi l’oro portate,
lei si oscura, e voi che la vincete,
lei si eclissa e voi non vi eclissate.
Voi (siete) il sole e la luna uniti,
ma né sole né luna vi chiamate.
Se il sospiro avesse la parola,
che bell’ambasciatore sarebbe!
Parti sospiro, vola col vento,
vai a trovare tu la bella mia.
Io ti amo quanto può amare un uomo,
ti voglio bene più di quanto te ne volevo.
La luna cala e voi sempre crescete,
lei perde la luce e voi la date…
E se arriva pensierosa e sola
dille che questo cuore la desidera.
Formidabile Fildiferro, ho apprezzato in modo assoluto la forbita recensione che hai dedicato a questa splendida canzone e la condivido in pieno;
RispondiEliminami permetto di suggerire che riguardo alla traduzione del verso cantato da Giovanna che hai tradotto con :
E se arriva pensierosa e sola
dille che questo cuore la desidera.
Io tradurrei:
E se la raggiungi (trovandola) pensierosa e sola
dille che questo cuore la desidera.
Riguardo al duduk vorrei raccontarvi che sin dalle prime volte che ascoltavo la canzone ed assistevo alla performance di Gabriele avevo curiosità di sapere come si chiamasse quello strano strumento a fiato che puntualmente mi regalava un brivido e che assomigliava ad una pipita, ma non aveva la parte terminale a campana.Quando incontro Gabriele gli chido di svelarmene l’identità, aggiungendo che ravvisavo nel suo suono un non so che di "drammatico". Nel formulare questa mia opinione Gabriele sorride, e ripete: drammatico eh!? E poi mi rivela che si tratta del Duduk armeno. Torno a casa e vado su internet per capire di cosa si tratta e leggo:
Il duduk è un tradizionale strumento musicale armeno. Il suo suono racconta del pianto di antiche genti e della gioia di bambini, di scontri nelle battaglie e di danze nuziali. Poi scopro che è realizzato con legno di albicocco e poi ancora leggo…"Sonorità propria della voce umana", "evocativo", "espressività estrema dalla dolcezza alla sofferenza", "non un gioco, piuttosto una preghiera", "il solo strumento capace di commuovere", "caldo strumento della musica world". Tutte queste qualità sono state attribuite al duduk da prominenti musicisti di tutto il mondo.
E tanto altro ancora…
Ora capisco, e mi spiego i miei brividi.
Giuseppe Cricrì
I miei maestri di ballo, saputo che dalle mie parti c'è un suonatore di duduk, si sono stupiti, poichè ormai c'è pochissima gente che sa suonare questo strumento. Ed ecco i versi tradizionali da cui Cosimo ha probabilmente preso spunto per comporre il testo di Citula d'argento. Ovviamente ne manca dell'altro (il ritornello ad esempio, che magari incontrerò in qualcuno dei miei fantastici libri.. :)
RispondiEliminaCirchettu d'oru e muntagna d'argentu,
chitarra cu ssu sonu 'mperiali,
o sonaturi, sonammilla a tempu,
a dispettu di cui ndi dici mali.
Cu cerni la farina cu lu tempu,
pani non perdi a lu levitari
Ieu sugnu lupu e canusciu lu tempu,
mancu mi spagnu li cani abbajari.
Citula D'argento non è affatto una composizione di cosimo Papandrea, è un testo già pubblicato
RispondiEliminaSì, certo, il testo è tradizionale; ma la musica è tutta di Cosimo.
RispondiEliminaTanto di cappello per la musica.
RispondiEliminaLa composizione di musica leggera di Cosimo, per questo testo tradizionale, è bellissima e di spiccata orecchibilità per un grande impatto emotivo.
Mi piacerebbe capire di che musica si tratta. E' un mondo affascinante, ma non sono molto informato sull'argomento. Qualcuno sa darmi qualche informazione a riguardo? Tipo come definite questa musica (sono di Bolzano), tutto quello ke volete. Fate voi. Non saprei cosa chiedervi...
RispondiEliminatrovato da Claudia Piccolo, ecco i versi della tardizione (siciliana, questa volta) dai quali è stata tratta "Citula d'argentu":
RispondiEliminaA CAMPAGNOLA (tradizionale stornello siciliano).
Sta campagnola, sta campagnola...
idda s'ha fattu na vesti a la moda
sta campagnola muriri mi fa.
Sciuri di sciuri, sciuri di sciuri
... taliu la terra, lu cielu e lu mari e tutti i cosi mi dicunu amuri.
La luna è bianca e vui brunetta siti....oilì, oilè
idda è d'argentu e vui l'oru purtati,
la luna duna fiammi e vui l'aviti
idda a luci splenni e vui la dati.
La luna manca e vui sempri crisciti
idda s'acclissa e vui non v'acclissati
ca dunca si la luna vui vinciti
"bedda" si e no "luna" vi chiamati
Non si è capito ancora se Citula D'argentu è una canzone Calabrese o Siciliana
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