Il ponte dell'Immacolata è stata l'occasione per presenziare ad una breve serie di concerti, constatare ancora una volta come ogni esibizione sia diversa dall'altra, e come ciascuna i TaranProject la modellino da maestri, interagendo sensibilmente con il contesto e l'ambiente.
Dopo la serata allegra e partecipata di Bagnara, dove Cosimo non si è fatto mancare, durante Pizzicarella, il fatidico proclama “eu nun la vogghju no la Bagnarota!”, è stata la volta della ventosa Monasterace. Lì abbiamo fatto la conoscenza con un modo di interpretare la tarantella piuttosto rude: rote che sembravano piuttosto dei ring, ragazzi e ragazze che vi si scaraventavano inscenando mosse di danza come virulenti corpo a corpo, anche a scapito degli astanti talvolta spintonati, e con qualche accenno di scaramuccia; una piazza accesa e muscolare: un insolito e curioso spettacolo, in sé, ma non proprio l'ideale per chi voleva soprattutto ascoltare la buona musica. Inusuali asprezze tra il pubblico, che sono state argomento di dibattito sulla bacheca del fan club “Danza cu lu ventu...”: Vincenzo si è saggiamente pronunciato a difesa dell'armonia che da sempre accompagna i TaranProject.
L'indomani a Borgia, in un singolare spiazzo rettangolare a sghimbescio di fianco alla chiesa, il concerto è iniziato con noi pochi fedelissimi sotto il palco, e il resto della piazza incredibilmente vuota; qualche titubante curioso scrutava di lontano, per poi avvicinarsi con cautela, fino a gremire in fretta, nel giro di pochi brani, tutto lo spazio disponibile, e ad accomunarsi infine tutti in slanci sinceri di entusiasmo e condivisione, trascinati da un gruppo in serata di grazia. Uno dei tanti concerti indimenticabili!
Dopo un paio di giorni rotta su Roma, sulla via del ritorno verso Nord, e tappa al ZTL per il quarto concerto romano di questa fine 2010; merito sempre della caparbia e appassionata organizzazione di Valerio Filippi, e questa volta con una spanna di spessore in più, la presa di posizione contro la Mafia a far da motivo conduttore della serata.
Nello spazio improbabile di un disco-bar dall'acustica assai contrastata, la serata si è aperta con la proiezione di due cortometraggi: uno di essi ricostruiva la vicenda di Rocco Gatto, assassinato dalla 'ndrangheta a Gioiosa Ionica trent'anni or sono, cui fu dedicato un bellissimo murale, restaurato di recente.
A differenza delle altre occasioni romane, il pubblico era non numeroso, e in parte composto di persone che parevano trovarsi lì un po' per caso, non molto addentro alle storie musicali calabresi e ancor meno propense all'attenzione e alla riflessione sul tema dell'evento; non è stato piacevole che i film e la performance teatrale, dedicati a problematiche così forti, brucianti per chi ci vive immerso, siano stati accompagnati dal chiacchiericcio drinkaiolo di avventori distratti e annoiati; in realtà l'ambiente patinato e alcuni suoi frequentatori stridevano alquanto con il crudo realismo degli argomenti trattati.
Quando finalmente è partita la musica, primo ad esibirsi brevemente è stato Bungaro, la guest star, che in un brano è stato accompagnato dai TaranProject, in un tour de force intenso e ora sì coinvolgente per tutti. Poi via con il Cantu di lu marinaru, Citula d'argento e l'usuale scaletta, e i nostri eroi palesemente un po' a disagio con il rimbombo e la difficoltà a trar fuori quel suono netto e potente che è il loro marchio di fabbrica.
Pubblico eterogeneo e sfilacciato, si è detto. Ecco dunque la classica situazione complicata, di quelle da cui i TaranProject sanno trarsi d'impaccio sfoderando le loro risorse migliori.
E bastano infatti le voci incantatrici di Mimmo e Cosimo, la vitalità di Giovanna, la forza incalzante di un repertorio di meraviglie musicali, a prendere in scacco emotivo anche i più svogliati tra i presenti.
Verso fine serata Carmelo cede il basso all'ottimo tecnico del suono Beppe Novella, per tuffarsi nelle danze, mentre altri amici si uniscono ai TaranProject sul palco: lo splendido Francesco Loccisano imbraccia la chitarra (lui è come Re Mida, quando tocca la battente il suono si trasforma in oro!), Vincenzo Oppedisano sciorina origami alla chitarra elettrica, e Mico Corapi, anche da dietro il set delle percussioni, profonde il suo originalissimo umore meticcio, di sapienza popolare e grinta urbana; danno vita ad una jam session locridea in cui le melodie tradizionali si intrecciano con le improvvisazioni, fraseggi in totale libertà creativa di uno stuolo di musicisti eccellenti, inclusi lo stesso Valerio Filippi e il mandoloncellista degli Epifani Barbers.
Nel frattempo anche tra il pubblico il cocktail ha preso a funzionare, miscelando i fedelissimi in arrivo dalla Calabria con i discotecari romani, per sprigionare un aroma di festosa comunella. Alla fine un'unica grande rota coinvolge tutti nel ballo, compresi Giovanna, Gabriele e Carmelo, ed è solo a questo punto che il No alla Mafia risuona davvero, nei corpi e nei cuori di tutti noi, affratellati dalla musica. E' come partecipare a un rito di affiliazione, sancire un sentimento forte di familiarità solidale, però di segno del tutto contrario a quello che caratterizza cupamente i clan 'ndranghetisti.
Il viaggio a Roma dei TaranProject è stata anche l'occasione per la sigla di un importante contratto, che consentirà finalmente la distribuzione nazionale per il cd "Hjuri di Hjumari", e nuove opportunità di concerti fuori dalla Locride.
Lunga e gloriosa vita, dunque, ai TaranProject!
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Il nuovo management dei TaranProject è
RispondiEliminaCNI - Compagnia Nuove Indye.
Ecco il link:
http://www.cnilive.it/artisti.html
"Mimmo Cavallaro ha saputo, più di chiunque altro, rielaborare, modernizzare e dare nuovo lustro ai suoni della tradizione popolare calabrese ed è pronto a compiere un ulteriore salto per portarli alla ribalta della scena internazionale..." ( CNI live )
RispondiEliminaEh , si , questo momento costituisce un gradino importante e decisivo nel percorso dei Nostri ! Come ogni momento di crescita verrà anche a porre dei problemi , a imporre delle scelte ... Ma noi siamo sempre e comunque al loro fianco per sostenerli perchè ... l'amore è amore , e se non è tutto non è niente !!!
bravo Filippo, mi complimento ogni volta con te per il modo in cui sai magistralmenete scrivere e descrivere gli eventi cui partecipi. Stavolta sei stato bravissimo, mi sembra quasi di aver partecipato in prima persona ai concerti!
RispondiEliminaSecondo me, l'evento che ha voluto gridare il suo "NO" alle mafie è stato molto importante e testimonia il pensiero di una larga fetta di popolazione calabrese che non ama le radici soffocanti di un male spesso sottovalutato.
Io mi auguro che i nostri TP continuino a parlarci dell'amore per il prossimo, del rispetto per i più deboli come hanno fatto finora, commuovendomi sul serio con dediche e dichiarazioni inaspettate (sui migranti, sui bambini, perfino sui maestri) e legandomi a loro ancora di più, se possibile. W i TP!!!!