Non sono state frequenti le esibizioni dei TaranProject fuori dalla Calabria in questi mesi – sarà colpa del troppo amore delle piazze locridee, che non vogliono lasciarli liberi neanche una sera? - benché tutte accompagnate da grande successo: a Verona, a Chivasso, a Carpignano. Si annuncia dunque come un'occasione da non perdere la loro partecipazione mercoledì 8 settembre al Roma Tarantella Festival.
E' un evento, questo Festival, che ha i crismi dell'eccezionalità, per più di un motivo: è la prima edizione, e si parte subito alla grande, con nomi di prestigio in arrivo tanto dalla Calabria come dalla Puglia; ma, soprattutto, è una manifestazione che mostra di possedere una identità già ben caratterizzata, poiché poggia su un'idea forte, che mi sembra di poter sintetizzare così: la Realizzazione del Sogno. Non è un caso che l'apertura sia dedicata alla presentazione del libro “Operazione armi ai partigiani” di A. Cavallaro, che ricostruisce le vicende della Repubblica Rossa di Caulonia, controversa eppur straordinaria esperienza, nel 1945, di passione politica e slancio idealista: sono qualità ancora ben vive nella Caulonia socialmente partecipe e coraggiosa di oggi, con i suoi progetti di accoglienza e integrazione rivolti ai migranti di ogni latitudine; e l'indomani si parlerà di un altro testo, quel "Taranta Revolution" di G. Albanese di cui qui già si è detto, a sua volta gioiosa rappresentazione di una moderna Utopia rivoluzionaria pacifista.
Spazio poi ai concerti, con Migala, Malicanti, Mimmo Epifani, e il formidabile trio di Francesco Loccisano, che tanta impressione ha destato al recente Kaulonia Tarantella Festival con la sua performance vibrante e originalissima. Francesco terrà anche, nel pomeriggio di mercoledì, un seminario sulla chitarra battente, strumento di cui è – senza tema di smentita - il massimo interprete in Italia. E naturalmente, mercoledì 8, Mimmo Cavallaro e i suoi TaranProject non mancheranno di lasciare a bocca aperta, emotivamente risvegliati e ricolmi di bellezza, coloro che li ascolteranno per la prima volta: noi che sempre li seguiamo, e saremo anche a Roma, lo sappiamo bene che va così!
Ma, infine, il sogno che si realizza a Roma è anche quello portato avanti con passione, caparbietà e tanto impegno da Valerio Filippi, musicista romano di nascita e cauloniese d'adozione, l'artefice di questa manifestazione che getta arditamente un ponte tra la realtà particolare del piccolo paesino ionico e il grande palcoscenico della città eterna: quasi a voler proporre, sotto l'egida della musica popolare di qualità, un modello di convivenza e partecipazione che proprio nella città della politica (mal) praticata può rappresentare un'alternativa credibile e a portata di mano, ridare fiato all'immaginazione delle persone, al sogno – perchè no? - di un nuovo possibile umanesimo.
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