Ancora concerti per Mimmo e Cosimo in questi ultimi giorni del 2015.
Entrambi sul palco domenica 27, ma in località diverse:
uno a Bova Marina, nel quadro dell'Alica Festival,
l'altro a Bagnara Calabra.
Poi Mimmo a Sant'Ilario e Cosimo a Campana il 30.
Di nuovo tutti e due in scena allo scoccare della mezzanotte del 31:
Cosimo Papandrea a Polistena,
Mimmo Cavallaro a Mirto Crosia, con un gruppo che il sito ufficiale definisce - ed è la prima volta - “TaranProject quintetto”.
Così Mimmo e Cosimo saluteranno la fine.
Dell'anno, sì - ma forse, purtroppo, non solo di quello.
Concerti natalizi
Dopo esser stato ospite sabato 19 dell'Istituto Comprensivo di Mosorrofa alla mattina, e al pomeriggio della Rassegna di canti natalizi a Marina di San Lorenzo, dopo la prestigiosa partecipazione di lunedì 21 a Reggio, ecco Mimmo Cavallaro protagonista di un concerto in proprio a Serro Valanidi - attenzione all'orario insolito!
E nei prossimi giorni si annunciano altri appuntamenti, sia per Mimmo che per Cosimo...
Due istantanee da Mosorrofa:
Anche la più ordinata platea di diligenti scolaretti...
...si trasforma in festosa compagnia, sulle note della tarantella!
Nel Duomo di Reggio
Appuntamento davvero speciale, quello di oggi per Mimmo Cavallaro, ospite del Concerto di Natale nella Cattedrale di Reggio Calabria.
Il luogo sacro, il coro, l'orchestra - e l'incanto della voce di Mimmo.
Il luogo sacro, il coro, l'orchestra - e l'incanto della voce di Mimmo.
Roggiano e Cenadi
Dopo un mese di divagazioni solistiche per Mimmo e Cosimo,
finalmente i TaranProject tutti assieme per due concerti!
Cosimo gira la Chjana
Come un paio di personaggi delle sue canzoni, la Rosina di Pizzicarella o il giovanotto di Franeju, anche Cosimo gira la Piana di Gioia Tauro, per concerti - ma anche lui, in fondo, per amore: quello che indissolubilmente lo lega ai fans che lo seguono dappertutto.
Questa settimana a Taurianova, la prossima a Rizziconi presso il Porto degli Ulivi, in versione pomeridiana.
Questa settimana a Taurianova, la prossima a Rizziconi presso il Porto degli Ulivi, in versione pomeridiana.
Ritorna l'Agorà
I Tre Tenori della musica calabrese ripropongono lo spettacolo del luglio scorso.
Domenica 15
al Ty Music Club,
in via S. Stefano
da Nicea
a Reggio.
Domenica 15
al Ty Music Club,
in via S. Stefano
da Nicea
a Reggio.
(con un pensiero a Parigi)
Sabato a Motta San Giovanni
Ma chi l'ha detto che sagre e fiere paesane si concentrano in estate?
Ogni stagione ha le sue occasioni, e d'autunno, tra castagne e vino, non mancano ottimi motivi per ritrovarsi in piazza a festeggiare.
Concludendo la serata con un concerto, naturalmente.
Di Mimmo Cavallaro, naturalmente.
Ogni stagione ha le sue occasioni, e d'autunno, tra castagne e vino, non mancano ottimi motivi per ritrovarsi in piazza a festeggiare.
Concludendo la serata con un concerto, naturalmente.
Di Mimmo Cavallaro, naturalmente.
L'ottobrata
era tradizionalmente la festa che concludeva la stagione della vendemmia, all'insegna della condivisione e dell'allegria.
E' lo spirito con cui era stata pensata quest'anno la prima edizione dell'Ottobrata Sidernese, slittata a novembre e divenuta ora l'occasione di ritrovarsi per una comunità, quella dei paesi della Locride, provata dai disastrosi nubifragi dei giorni scorsi.
La manifestazione chiude stasera, domenica 8, con il concerto di Mimmo Cavallaro a Siderno Superiore.
E' lo spirito con cui era stata pensata quest'anno la prima edizione dell'Ottobrata Sidernese, slittata a novembre e divenuta ora l'occasione di ritrovarsi per una comunità, quella dei paesi della Locride, provata dai disastrosi nubifragi dei giorni scorsi.
La manifestazione chiude stasera, domenica 8, con il concerto di Mimmo Cavallaro a Siderno Superiore.
Lo sbarco in Sicilia
L'isola più bella del mondo è da sempre un riferimento imprescindibile nell'immaginario popolare calabrese, come testimoniano anche alcune canzoni dei TaranProject: vengono in mente l'Aquila di Palermu di Stilla Chjara, lu marinaru che va e viene di Missina in Massaru, il traghettu di Laroggiu d'amuri, e sicuramente ve ne sono altre...
Malgrado certe forme strenue di rivalità campanilistica, lo Stretto è possente anello di ideale congiunzione assai più che linea di fisica separazione tra le due terre; e delle somiglianze fra i dialetti abbiamo detto spesso.
Tuttavia i TP solo un paio di volte in sette anni hanno suonato in Sicilia. Sabato 24 ci ritorna Mimmo Cavallaro, approdando in quel di Mezzojuso, paese di etnia Arbereshe in provincia di Palermo.
Malgrado certe forme strenue di rivalità campanilistica, lo Stretto è possente anello di ideale congiunzione assai più che linea di fisica separazione tra le due terre; e delle somiglianze fra i dialetti abbiamo detto spesso.
Tuttavia i TP solo un paio di volte in sette anni hanno suonato in Sicilia. Sabato 24 ci ritorna Mimmo Cavallaro, approdando in quel di Mezzojuso, paese di etnia Arbereshe in provincia di Palermo.
All'Expo!
Code interminabili all'ingresso, e per visitare i padiglioni più richiesti: sono gli ultimi giorni.
Assai più saggio chi ha anticipato la visita, magari a inizio estate.
Più fortunato di tutti chi c'è andato l'1 luglio, perché quel giorno - la notizia ci era sfuggita, ma val la pena di recuperarla - allo spazio espositivo della Calabria c'era Mimmo Cavallaro: accompagnato da Andrea Simonetta e Gabriele Albanese, è stato protagonista di un incontro pomeridiano sulla musica tradizionale calabrese e di un concerto serale che - serve dirlo? - ha calamitato chiunque passasse nei pressi.
Altra partecipazione di prestigio il 3 ottobre scorso a Faenza, assieme al cantautore ciociaro Giuliano Gabriele, al Festival del MEI, Meeting degli Indipendenti.
Assai più saggio chi ha anticipato la visita, magari a inizio estate.
Più fortunato di tutti chi c'è andato l'1 luglio, perché quel giorno - la notizia ci era sfuggita, ma val la pena di recuperarla - allo spazio espositivo della Calabria c'era Mimmo Cavallaro: accompagnato da Andrea Simonetta e Gabriele Albanese, è stato protagonista di un incontro pomeridiano sulla musica tradizionale calabrese e di un concerto serale che - serve dirlo? - ha calamitato chiunque passasse nei pressi.
Altra partecipazione di prestigio il 3 ottobre scorso a Faenza, assieme al cantautore ciociaro Giuliano Gabriele, al Festival del MEI, Meeting degli Indipendenti.
Stilla lucenti
L'altra canzone nuova di quest'anno, accanto a Franeju, è in realtà il recupero di un brano che Mimmo eseguiva già ai tempi di TaranKhan, riproposta con restyling di arrangiamento e soluzioni armoniche.
Una canzone luciferina: in tutti i sensi, se anticamente Lucifero era il nome con cui si designava la stella del mattino, la più luminosa, cioè Venere; e se poi fu il nome biblico del primo degli angeli ribelli, Lucifero gettato negli inferi e divenuto Satana.
Così è questa Stilla Lucenti, donna dal fascino abbagliante, capace di oscurare il sole con la sua bellezza, e poi così crudele da strappare il cuore dal petto dell'amante, e così diabolica da recarlo in dono, in un bacile d'oro, al peggior nemico di lui.
Il testo è breve, icastico e tremendo nello sbalzo con cui ci precipita dalla luce intensa dell'innamoramento alla pece nera del macabro esito finale.
L'ultimo verso suona addirittura sardonico: Questo è il cuore di chi tanto amasti! - non è chiaro chi pronunci l'enigmatica sentenza: chi ha amato chi? E la musica, cadenzata e implacabile, suggella questo terribile groviglio di sentimenti estremi.
Un brano perfetto, dalla cui magia farsi rubare il cuore.
Il filmato è dal concerto di Melito del 27 agosto scorso.
Nei commenti la traduzione, con qualche dubbio interpretativo che attende lumi.
Stilla lucenti
Stilla lucenti tu mi cumparisti,
chi cu 'na raja lu suli ammucciasti,
cu n'atta nta stu pettu mi trasisti.
Lu cori chi ndavia mi lu cacciasti,
'nta nu vacili d'oru lu mentisti,
e allu nimicu meu nci lu portasti,
e sulu dui paroli nci dicisti.
Chistu è lu cori di cui tantu amasti.
Una canzone luciferina: in tutti i sensi, se anticamente Lucifero era il nome con cui si designava la stella del mattino, la più luminosa, cioè Venere; e se poi fu il nome biblico del primo degli angeli ribelli, Lucifero gettato negli inferi e divenuto Satana.
Così è questa Stilla Lucenti, donna dal fascino abbagliante, capace di oscurare il sole con la sua bellezza, e poi così crudele da strappare il cuore dal petto dell'amante, e così diabolica da recarlo in dono, in un bacile d'oro, al peggior nemico di lui.
Il testo è breve, icastico e tremendo nello sbalzo con cui ci precipita dalla luce intensa dell'innamoramento alla pece nera del macabro esito finale.
L'ultimo verso suona addirittura sardonico: Questo è il cuore di chi tanto amasti! - non è chiaro chi pronunci l'enigmatica sentenza: chi ha amato chi? E la musica, cadenzata e implacabile, suggella questo terribile groviglio di sentimenti estremi.
Un brano perfetto, dalla cui magia farsi rubare il cuore.
Il filmato è dal concerto di Melito del 27 agosto scorso.
Nei commenti la traduzione, con qualche dubbio interpretativo che attende lumi.
Stilla lucenti
Stilla lucenti tu mi cumparisti,
chi cu 'na raja lu suli ammucciasti,
cu n'atta nta stu pettu mi trasisti.
Lu cori chi ndavia mi lu cacciasti,
'nta nu vacili d'oru lu mentisti,
e allu nimicu meu nci lu portasti,
e sulu dui paroli nci dicisti.
Chistu è lu cori di cui tantu amasti.
La margherita
E' quella che dovranno sfogliare sabato sera i fans deI TaranProject nella Locride al momento di uscir di casa,
dilaniati dall'ambascia di dover scegliere tra il concerto di Mimmo a Caulonia e quello di Cosimo a Roccella.
La consolazione è che, quale che sia il petalo prescelto, non ci sarà rischio di pentirsi.
Anche se tutti vorremmo vederli sempre assieme, Mimmo e Cosimo!
dilaniati dall'ambascia di dover scegliere tra il concerto di Mimmo a Caulonia e quello di Cosimo a Roccella.
La consolazione è che, quale che sia il petalo prescelto, non ci sarà rischio di pentirsi.
Anche se tutti vorremmo vederli sempre assieme, Mimmo e Cosimo!
Moglie e buoi...
dei paesi tuoi:
uno dei più triti detti popolari, la prova che non sempre arcaico equivale a saggio (ché invece sono le mescolanze genetiche a far la fortuna delle razze, le bovine come l'umana); eppure un luogo comune duro a morire, e diffuso dappertutto: prova ne sia che qui da dove scrivo, in provincia di Vicenza, c'è una canzone dialettale che illustra doviziosamente i rischi che si corrono a sposare una “terrona”, salvo poi spiegare, alla fine, che l'appellativo si riferisce ad una fidanzata ...di Rovigo!
Già, perché non c'è limite a quanto può essere angusto l'orizzonte campanilistico, fino a farci guardare con sospetto chi arriva da appena qualche chilometro più in là.
Di questo tratta, scherzosamente, una delle due canzoni nuove in scaletta quest'anno, quella di Cosimo: su un'aria allegra e trascinante, nobilitata da un bell'assolo di lira, si snoda il classico tormentone materno rivolto al figliolo che vorrebbe prender moglie; ma si sa, a suocera nessuna nuora va a genio, e così la mamma iperpossessiva demolisce a priori ogni potenziale sposina, fa terra bruciata dell'intero circondario, deplorando questo insensato "Franeju 'i maritari", questa frenesia di volersi sposare.
Finché il figlio, spazientito, tronca la giaculatoria con un proposito, a suo modo, rivoluzionario: lui impalmerà una forestiera!
Carta geografica alla mano, è evidente che il dialogo si svolge in qualche contrada della Piana di Gioia Tauro, giacché l'anatema materno colpisce l'intera cerchia dei paesi; tra questi curiosamente uno ce n'è che sulla carta non si trova: è Radicena, comune che non esiste più da quasi un secolo, essendo confluito con altri a formare, nel 1928, Taurianova.
L'ultimo della lista è Mammola, che dagli altri cinque si discosta un po': così nel testo originario? O non sarà stata una furbata di Cosimo, che ha aggiunto a bella posta un riferimento al paese di Giovanna, per poterla tirar nell'archetto sull'ultimo verso?
Di seguito riporto il testo, e nei commenti la traduzione in italiano: per questa mi è stata di prezioso aiuto una giovane amica di Melito, Martina, artefice e conduttrice della vivace pagina dedicata ai TaranProject su Instagram, che invito senz'altro a visitare.
Ed ecco il brano dal vivo, lo scorso 27 agosto a Melito Porto Salvo.
Franeju 'i maritari
Mamma mia, giru la chjana,
pe' na zita paesana,
vinni l'ura 'e cumbenari,
nun me pozzo maritari.
Troppu duru esti lu lettu,
quandu l'omu resta schiettu.
Figghju meu, tu no' lu sai
ca so' picci e ca so' guai,
di 'sti tempi è bruttu affari
sent'a mmia lu maritari.
Si t'a pigghji di San Giorgi
'a prima notti ti nd'accorgi.
Si t'a pigghji 'i Radicina
ti cumanda e poi ti mina.
Si t'a pigghji polistinisa
ti manda sempri 'u fai la spisa.
Si t'a pigghji 'i Cittannova
è megghju prima 'u fai la prova.
Si t'a pigghji 'i Cinqufrundi
fa dui facci e ti cunfundi.
Si t'a pigghji mammulisa
arrachi corpi tutti i misa!
Figghju meu, dassalu stari
'stu franeju 'i maritari.
Mamma mia, sentendu a ttia
nuja nc'è chi fa pe' mmia,
me la pigghju forestera
e finisce 'a tiritera!
uno dei più triti detti popolari, la prova che non sempre arcaico equivale a saggio (ché invece sono le mescolanze genetiche a far la fortuna delle razze, le bovine come l'umana); eppure un luogo comune duro a morire, e diffuso dappertutto: prova ne sia che qui da dove scrivo, in provincia di Vicenza, c'è una canzone dialettale che illustra doviziosamente i rischi che si corrono a sposare una “terrona”, salvo poi spiegare, alla fine, che l'appellativo si riferisce ad una fidanzata ...di Rovigo!
Già, perché non c'è limite a quanto può essere angusto l'orizzonte campanilistico, fino a farci guardare con sospetto chi arriva da appena qualche chilometro più in là.
Di questo tratta, scherzosamente, una delle due canzoni nuove in scaletta quest'anno, quella di Cosimo: su un'aria allegra e trascinante, nobilitata da un bell'assolo di lira, si snoda il classico tormentone materno rivolto al figliolo che vorrebbe prender moglie; ma si sa, a suocera nessuna nuora va a genio, e così la mamma iperpossessiva demolisce a priori ogni potenziale sposina, fa terra bruciata dell'intero circondario, deplorando questo insensato "Franeju 'i maritari", questa frenesia di volersi sposare.
Finché il figlio, spazientito, tronca la giaculatoria con un proposito, a suo modo, rivoluzionario: lui impalmerà una forestiera!
Carta geografica alla mano, è evidente che il dialogo si svolge in qualche contrada della Piana di Gioia Tauro, giacché l'anatema materno colpisce l'intera cerchia dei paesi; tra questi curiosamente uno ce n'è che sulla carta non si trova: è Radicena, comune che non esiste più da quasi un secolo, essendo confluito con altri a formare, nel 1928, Taurianova.
L'ultimo della lista è Mammola, che dagli altri cinque si discosta un po': così nel testo originario? O non sarà stata una furbata di Cosimo, che ha aggiunto a bella posta un riferimento al paese di Giovanna, per poterla tirar nell'archetto sull'ultimo verso?
Di seguito riporto il testo, e nei commenti la traduzione in italiano: per questa mi è stata di prezioso aiuto una giovane amica di Melito, Martina, artefice e conduttrice della vivace pagina dedicata ai TaranProject su Instagram, che invito senz'altro a visitare.
Ed ecco il brano dal vivo, lo scorso 27 agosto a Melito Porto Salvo.
Franeju 'i maritari
Mamma mia, giru la chjana,
pe' na zita paesana,
vinni l'ura 'e cumbenari,
nun me pozzo maritari.
Troppu duru esti lu lettu,
quandu l'omu resta schiettu.
Figghju meu, tu no' lu sai
ca so' picci e ca so' guai,
di 'sti tempi è bruttu affari
sent'a mmia lu maritari.
Si t'a pigghji di San Giorgi
'a prima notti ti nd'accorgi.
Si t'a pigghji 'i Radicina
ti cumanda e poi ti mina.
Si t'a pigghji polistinisa
ti manda sempri 'u fai la spisa.
Si t'a pigghji 'i Cittannova
è megghju prima 'u fai la prova.
Si t'a pigghji 'i Cinqufrundi
fa dui facci e ti cunfundi.
Si t'a pigghji mammulisa
arrachi corpi tutti i misa!
Figghju meu, dassalu stari
'stu franeju 'i maritari.
Mamma mia, sentendu a ttia
nuja nc'è chi fa pe' mmia,
me la pigghju forestera
e finisce 'a tiritera!
Serata per Rossano
Domenica 27 manifestazione di beneficienza per Rossano, colpita dalla terribile alluvione dello scorso 12 agosto.
Di Rossano e Corigliano, delle loro copiose messi di grano, si parla in "Sacro et Profano": avremmo preferito facessero notizia solo per quello, non per l'ennesimo disastro ambientale di cui Madre Natura non è la sola responsabile.
Ora però è il momento della solidarietà,
e i TaranProject, di ritorno da Milano, rispondono.
Di Rossano e Corigliano, delle loro copiose messi di grano, si parla in "Sacro et Profano": avremmo preferito facessero notizia solo per quello, non per l'ennesimo disastro ambientale di cui Madre Natura non è la sola responsabile.
Ora però è il momento della solidarietà,
e i TaranProject, di ritorno da Milano, rispondono.
Appuntamento a Pieve
per il quarto anno consecutivo!
TaranProject ormai presenza fissa, dal 2012 in poi, nel programma del Festival organizzato dall'Associazione Magna Grecia di Pieve Emanuele, periferia sud di Milano. Calendario di tutto rispetto, ma naturalmente il clou è oggi, sabato 26.
Eccoli a Linate: un bel sorriso e ...un pisolino!
TaranProject ormai presenza fissa, dal 2012 in poi, nel programma del Festival organizzato dall'Associazione Magna Grecia di Pieve Emanuele, periferia sud di Milano. Calendario di tutto rispetto, ma naturalmente il clou è oggi, sabato 26.
Eccoli a Linate: un bel sorriso e ...un pisolino!
Una notte all'Università
Ricercatori, Mimmo e Cosimo, lo sono da sempre: nell'ambito musicale, s'intende, archeologi alla riscoperta del patrimonio di canti e melodie della tradizione calabrese.
E' quindi a pieno titolo che si esibiranno stasera presso la facoltà di Architettura a Reggio Calabria, nel quadro delle iniziative che coinvolgono molti atenei d'Italia.
TaranProject in cattedra,
studenti e professori tutti insieme a fare rota!
E' quindi a pieno titolo che si esibiranno stasera presso la facoltà di Architettura a Reggio Calabria, nel quadro delle iniziative che coinvolgono molti atenei d'Italia.
TaranProject in cattedra,
studenti e professori tutti insieme a fare rota!
Mimmo a Riace
Dopo il concerto d'agosto con i TaranProject alla marina,
a settembre Mimmo Cavallaro sale a Riace superiore.
Nomina numina
dicevano gli antichi, nel nome la divinità.
Fascino dei nomi dei paesi calabresi.
I concerti di questo fine settimana ne propongono due ben singolari:
venerdì a Vadue di Carolei, dove si svolge il festival del Ninfeo, gioiello architettonico seicentesco;
sabato 19 a Ragonà di Nardodipace, comune che è entrato già nelle nostre cronache per i favolosi megaliti sull'altopiano di Ciano, la più suggestiva e arcana tra le canzoni di Mimmo.
Fascino dei nomi dei paesi calabresi.
I concerti di questo fine settimana ne propongono due ben singolari:
venerdì a Vadue di Carolei, dove si svolge il festival del Ninfeo, gioiello architettonico seicentesco;
sabato 19 a Ragonà di Nardodipace, comune che è entrato già nelle nostre cronache per i favolosi megaliti sull'altopiano di Ciano, la più suggestiva e arcana tra le canzoni di Mimmo.
Il ponte tibetano
Cosa tocca fare per un concerto...
Qualche sera fa, a Chianalea di Scilla, l'arrivo sul palco di Mimmo e Cosimo è stato a dir poco avventuroso, con tanto di sbarco notturno e l'attraversamento di un pontile sospeso!
Ma loro, rocciosi e intrepidi, hanno affrontato a piè fermo l'ardua impresa, come documenta la sequenza fotografica di Nunzio Vadalà:
accostatatisi al fortunoso approdo,
si avviano, armati solo di microfono,
e, vinta qualche momentanea titubanza,
Qualche sera fa, a Chianalea di Scilla, l'arrivo sul palco di Mimmo e Cosimo è stato a dir poco avventuroso, con tanto di sbarco notturno e l'attraversamento di un pontile sospeso!
Ma loro, rocciosi e intrepidi, hanno affrontato a piè fermo l'ardua impresa, come documenta la sequenza fotografica di Nunzio Vadalà:
accostatatisi al fortunoso approdo,
si avviano, armati solo di microfono,
ammortizzando le spaventose oscillazioni,
e, vinta qualche momentanea titubanza,
si slanciano infine in salvo!
Trittico reggino
Non ce ne son stati molti, quest'estate, di concerti dei TaranProject nella provincia di Reggio, che per anni era stata il loro regno: naturalmente è perché anche dalle altre province li vogliono, e quindi tante trasferte, fin nel cosentino, tanti chilometri da percorrere, per rispondere alla chiamata delle piazze di tutta la regione.
Ne hanno sofferto un po' i fedelissimi della prima ora, il nucleo storico dei fans della Locride, che han perso il privilegio di avere i TP ogni sera a mezz'ora da casa.
C'è l'opportunità di rifarsi con questi tre appuntamenti di fila nel Reggino: oggi a Scilla; domenica 6 a Mammola, a casa Scarfò; lunedì 7 a Gioia Tauro.
Ne hanno sofferto un po' i fedelissimi della prima ora, il nucleo storico dei fans della Locride, che han perso il privilegio di avere i TP ogni sera a mezz'ora da casa.
C'è l'opportunità di rifarsi con questi tre appuntamenti di fila nel Reggino: oggi a Scilla; domenica 6 a Mammola, a casa Scarfò; lunedì 7 a Gioia Tauro.
L'alfa e l'omega
Un sommo compendio di storia della musica etnica calabrese, quello che si è squadernato a piazza Mese nella serata finale del Kaulonia Tarantella Festival: Re Niliu e TaranProject sullo stesso palco!
I Re Niliu furono i pionieri, sin dal lontano 1979, della riscoperta di suoni e strumenti della tradizione, illuminarono il panorama musicale calabrese come una straordinaria supernova che abbagliò il firmamento e lo occupò incontrastata per vent'anni, anticipatori di idee e stilemi divenuti poi i paradigmi della cosiddetta World Music, soprattutto con il terzo disco Pucambù, acclamato dalla critica internazionale; ma come dimenticare il fascino arcaico e incandescente dell'opera prima in vinile, Non suli e no' luna?
Uno stuolo di fedelissimi ha tenuto vivo il ricordo del Re negli anni della latenza, dal 2001 in poi, fino alla inattesa rinascita dello scorso anno, con rari e preziosi concerti e un disco, In a Cosmic Ear, che li ha riportati d'un balzo al centro dell'innovazione elettroacustica, ed ha raccolto recensioni entusiastiche in Italia e nel mondo, documentate sul loro sito.
Ne fanno parte - con Ettore Castagna, che merita un posto sui libri di storia se non altro per essere stato l'artefice della riscoperta della lira calabrese, rintracciando gli ultimi anziani suonatori che l'avevano ormai da decenni appesa al chiodo, appena in tempo prima che quel repertorio scomparisse con loro - due tra le più intense e potenti voci calabresi, Salvatore Megna e Mico Corapi: è quest'ultimo l'anello di congiunzione con l'altro capo della fune, i TaranProject.
Di Mico sappiamo che fu autore con Cosimo Papandrea di “Spagna”, e che collaborò con Francesco Loccisano, Fabio Macagnino e Mimmo Cavallaro, le eccellenze della nuova musica nella Locride.
E sono appunto i TaranProject a rappresentare l'apoteosi, baciata da travolgente passione di folle, della parabola artistica che iniziò con la monarchia del Re Niliu ed è approdata in questi anni a quella che abbiamo chiamato la Repubblica di Cavallaro.
Vedere i due gruppi sullo stesso palco è stata dunque una folgorante epitome di trent'anni di percorsi di ricerca musicale, un evento epocale di per sé.
Ai pochi scalmanati che hanno in parte rovinato l'atmosfera della serata dedichiamo una riflessione nei commenti.
I Re Niliu furono i pionieri, sin dal lontano 1979, della riscoperta di suoni e strumenti della tradizione, illuminarono il panorama musicale calabrese come una straordinaria supernova che abbagliò il firmamento e lo occupò incontrastata per vent'anni, anticipatori di idee e stilemi divenuti poi i paradigmi della cosiddetta World Music, soprattutto con il terzo disco Pucambù, acclamato dalla critica internazionale; ma come dimenticare il fascino arcaico e incandescente dell'opera prima in vinile, Non suli e no' luna?
Uno stuolo di fedelissimi ha tenuto vivo il ricordo del Re negli anni della latenza, dal 2001 in poi, fino alla inattesa rinascita dello scorso anno, con rari e preziosi concerti e un disco, In a Cosmic Ear, che li ha riportati d'un balzo al centro dell'innovazione elettroacustica, ed ha raccolto recensioni entusiastiche in Italia e nel mondo, documentate sul loro sito.
Ne fanno parte - con Ettore Castagna, che merita un posto sui libri di storia se non altro per essere stato l'artefice della riscoperta della lira calabrese, rintracciando gli ultimi anziani suonatori che l'avevano ormai da decenni appesa al chiodo, appena in tempo prima che quel repertorio scomparisse con loro - due tra le più intense e potenti voci calabresi, Salvatore Megna e Mico Corapi: è quest'ultimo l'anello di congiunzione con l'altro capo della fune, i TaranProject.
Di Mico sappiamo che fu autore con Cosimo Papandrea di “Spagna”, e che collaborò con Francesco Loccisano, Fabio Macagnino e Mimmo Cavallaro, le eccellenze della nuova musica nella Locride.
E sono appunto i TaranProject a rappresentare l'apoteosi, baciata da travolgente passione di folle, della parabola artistica che iniziò con la monarchia del Re Niliu ed è approdata in questi anni a quella che abbiamo chiamato la Repubblica di Cavallaro.
Vedere i due gruppi sullo stesso palco è stata dunque una folgorante epitome di trent'anni di percorsi di ricerca musicale, un evento epocale di per sé.
Ai pochi scalmanati che hanno in parte rovinato l'atmosfera della serata dedichiamo una riflessione nei commenti.
A Castelliri
Anche nel Frusinate, basso Lazio, si balla la tarantella!
A Castelliri si svolge un rinomato Festival, giunto alla VII edizione, al quale i TaranProject già parteciparono nel 2011.
Stasera rinnoveranno sul palco l'incontro con Cristiano de André avvenuto al Kaulonia TF un anno fa.
Tutti in piazza a Castelliri, stipatissimi: come si farà a ballare?
Il ballo magico
Inizia il Festival, e ad aprirlo è un personaggio fuori dal comune, quell'Antonio Infantino che nel lontano 1967 fu protagonista del beat psichedelico, che poi fu lì lì per intraprendere la carriera di star del pop - narrano le cronache che Ricordi puntava su di lui, ma lui non era convinto; così ripiegarono sulla seconda scelta, un certo Lucio Battisti... - che fu cantante di protesta e militante, per molti anni al fianco dell'uomo che suonava la sedia, il grande Enzo Del Re;
che fu infine tra i primi a recuperare i ritmi popolari del Sud, con i suoi Tarantolati di Tricarico.
Insomma un'istituzione della musica italiana, venerabile ma più vitale che mai; stasera lo accompagnano i Tarantati Rotanti, come a dire lo Sciamano della Taranta e i suoi Dervisci.
Nei prossimi giorni sul palco l'indomito Peppe Voltarelli e l'immancabile Eugenio Bennato, per finire sabato 22 con Re Niliu e TaranProject: l'alfa e l'omega della musica etnica calabrese.
Prima serata e iniziano subito le sorprese: Mimmo Cavallaro sul palco con il percussionista indiano Rashmi Bhatt!
che fu infine tra i primi a recuperare i ritmi popolari del Sud, con i suoi Tarantolati di Tricarico.
Insomma un'istituzione della musica italiana, venerabile ma più vitale che mai; stasera lo accompagnano i Tarantati Rotanti, come a dire lo Sciamano della Taranta e i suoi Dervisci.
Nei prossimi giorni sul palco l'indomito Peppe Voltarelli e l'immancabile Eugenio Bennato, per finire sabato 22 con Re Niliu e TaranProject: l'alfa e l'omega della musica etnica calabrese.
Prima serata e iniziano subito le sorprese: Mimmo Cavallaro sul palco con il percussionista indiano Rashmi Bhatt!
La scaletta
Lo spettacolo estivo 2015 dei TranProject è partito a Joppolo il primo agosto, e abbiamo la scaletta dei brani (by courtesy of Giuseppe Novella al banco mixer).
Ci sono due canzoni nuove!
Sono "Stilla lucenti" di Mimmo, e "Franeju 'i maritari" di Cosimo.
Per la precisione, sabato 8 a Melia di Scilla l'ordine è stato leggermente modificato, e al posto di Carvunaru è stata eseguita Cioparella; a Riace il 13 il Carvunaru è ricomparso, ma Cioparella, contrariamente a quel che narra il testo, è rimasta.
Per cui la scaletta è stata questa:
intro - Occhj di mari
Parrami di lu suli
Pe'ttia
E' festa è festa
Citula d'argentu
Sona ssu tamburu
Virrinedda
Stilla lucenti
Hjuri di hjumari
Franeju 'i maritari
Carvunaru
Cioparella
Spagna (con presentazione dei musicisti)
Castrum vetus
Massaru
Vurrìa
Mulinarella
Stilla chjara
Passa lu mari
Santu Roccu (con processione tra il pubblico)
bis: Tarantella guappa/U jimbusedu
Oltre ai due brani nuovi, ci sono quest'anno sette ritorni:
i primi quattro dell'elenco e poi Carvunaru, Castrum Vetus e Massaru.
Ci sono due canzoni nuove!
Sono "Stilla lucenti" di Mimmo, e "Franeju 'i maritari" di Cosimo.
Per la precisione, sabato 8 a Melia di Scilla l'ordine è stato leggermente modificato, e al posto di Carvunaru è stata eseguita Cioparella; a Riace il 13 il Carvunaru è ricomparso, ma Cioparella, contrariamente a quel che narra il testo, è rimasta.
Per cui la scaletta è stata questa:
intro - Occhj di mari
Parrami di lu suli
Pe'ttia
E' festa è festa
Citula d'argentu
Sona ssu tamburu
Virrinedda
Stilla lucenti
Hjuri di hjumari
Franeju 'i maritari
Carvunaru
Cioparella
Spagna (con presentazione dei musicisti)
Castrum vetus
Massaru
Vurrìa
Mulinarella
Stilla chjara
Passa lu mari
Santu Roccu (con processione tra il pubblico)
bis: Tarantella guappa/U jimbusedu
Oltre ai due brani nuovi, ci sono quest'anno sette ritorni:
i primi quattro dell'elenco e poi Carvunaru, Castrum Vetus e Massaru.
Festival!
Sventati i timori sollevati di recente da qualche allarmante notizia su finanziamenti venuti inopinatamente a mancare, viene alla luce finalmente il cartellone del Kaulonia Tarantella Festival 2015.
Appuntamento dunque come ogni anno a piazza Mese, dal 18 al 22: si apre alla grande con Antonio Infantino, si chiude alla grandissima con Re Niliu e TaranProject.
Nel frattempo non perdiamo di vista il Roccella Jazz, che ritorna alla sua naturale collocazione estiva dopo i disguidi del 2014, e il sempre straordinario Paleariza,
che abbina la buona musica ai trekking, alla scoperta delle meraviglie paesaggistiche e gastronomiche del'entroterra aspromontano.
Arriva il cd
Atteso ormai da gran tempo,
è finalmente in uscita il disco di Cosimo Papandrea!
Ne dà lieto annuncio il NunuLab, lo studio di registrazione dei fratelli Scarfò, che hanno curato per intero la realizzazione del cd, a partire da arrangiamenti ed esecuzione, fino a produzione, grafica ed ora promozione.
L'immagine è di un Cosimo biancovestito che con sei braccia, portentoso come una divinità indù, suona chitarra, organetto e lira tutti in una volta.
Salvo E' Natali, i brani sono tutti inediti, con gli omaggi a tre grandi artisti del Sud ("Tambureddu" di Domenico Modugno, "U zappaturi" di Mino Reitano e "Avo'" di Rosa Balistreri) accanto a canzoni di Cosimo come L'emigrante, la sua primissima composizione, Ninnella, 'A mervizza e tre - se non andiamo errati - nuove di zecca. Oltre a Carmelo e Francesco Scarfò vi hanno suonato Giovanna e Alfredo Verdini.
Il disco si potrà acquistare nei prossimi giorni ai concerti, ma per gli impazienti c'è la possibilità di una sostanziosa anteprima sul canale youtube del NunuLab, da cui arriva, per cominciare, questa Botta 'i Lampu
è finalmente in uscita il disco di Cosimo Papandrea!
Ne dà lieto annuncio il NunuLab, lo studio di registrazione dei fratelli Scarfò, che hanno curato per intero la realizzazione del cd, a partire da arrangiamenti ed esecuzione, fino a produzione, grafica ed ora promozione.
L'immagine è di un Cosimo biancovestito che con sei braccia, portentoso come una divinità indù, suona chitarra, organetto e lira tutti in una volta.
Salvo E' Natali, i brani sono tutti inediti, con gli omaggi a tre grandi artisti del Sud ("Tambureddu" di Domenico Modugno, "U zappaturi" di Mino Reitano e "Avo'" di Rosa Balistreri) accanto a canzoni di Cosimo come L'emigrante, la sua primissima composizione, Ninnella, 'A mervizza e tre - se non andiamo errati - nuove di zecca. Oltre a Carmelo e Francesco Scarfò vi hanno suonato Giovanna e Alfredo Verdini.
Il disco si potrà acquistare nei prossimi giorni ai concerti, ma per gli impazienti c'è la possibilità di una sostanziosa anteprima sul canale youtube del NunuLab, da cui arriva, per cominciare, questa Botta 'i Lampu
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