In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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Roma Bum-Bum!

Qual è il più importante evento musicale all'aperto in Italia? Il più seguito? Il più emblematico?
Facile, è il Concerto del Primo Maggio a Roma. Ed è là che quest'anno i TaranProject si faranno conoscere alle centinaia di migliaia di persone che ogni anno gremiscono piazza san Giovanni.
C'è da aggiungere altro? Parleranno i fatti, l'impressione forte che i TaranProject, ne siamo sicuri, lasceranno di sé. E si ballerà la più grande tarantella che si sia mai vista.
L'intera kermesse sarà in diretta televisiva su Rai3, dalle 15.
Così si completerà una fantastica doppietta.
Perché, non dimentichiamolo, la sera prima presso il The Place in via Alberico II i TaranProject con Marcello Cirillo presenteranno in anteprima “Rolìca”, il nuovo cd: cinque brani inediti, tre live dal Kaulonia Tarantella Festival 2011 e in più una nuova sorprendente versione di Stilla Chjara!
Ci sarà di che leccarsi i baffi...

D.C. - Dopo Cilea

Rivisto in tv il concerto, letti e ascoltati i vari commenti, prende corpo la sensazione che l'evento al Teatro Cilea abbia segnato uno spartiacque nella carriera dei TaranProject, come l'inizio di una nuova era.
Per tanti motivi. Perché la loro popolarità, in crescita vorticosa da tre anni, solo pochi mesi fa era ancora quasi circoscritta alla Locride (pur con sporadiche acclamatissime esibizioni in Italia e all'estero), ed era ad esempio piuttosto limitata a Reggio città, e nelle altre provincie calabresi. Il tutto esaurito registrato al Cilea, la ressa, le ansie dei vigili del fuoco per la sicurezza nei palchi affollatissimi, dimostrano che l'entusiasmo ha contagiato il capoluogo; e idealmente la Calabria tutta, che ora elegge i TaranProject a propri araldi di un'identità culturale antica e ritrovata, portatori sani dei valori di qualità artistica e condivisione intergenerazionale.

La consacrazione è stata sancita non tanto dalle targhe consegnate da sindaco e assessore, quanto dal simbolico passaggio di testimone, sulle note di Spagna, tra l'inossidabile nume della musica popolare, Otello Profazio, e i nuovi maestri Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea; e prima ancora dal fatto stesso che le porte del Teatro Cilea, il più prestigioso della regione, si siano aperte ai TaranProject e ai loro appassionati seguaci. Non va sottovalutata la portata a suo modo epocale della circostanza, se solo si pensa a quel che la tarantella per anni ha rappresentato, a torto o a ragione, agli occhi del pensiero dominante, intellettuale e sociologico, in Calabria. Qualche isolata reazione fuori dal coro degli elogi, come questa lettera livorosa, quasi spaventata, apparsa su ZoomSud.it, ne è la controprova palese: non è cosa da poco quel che si è smosso, e i riflessi di questo ingresso al Cilea - profanazione o conquista che sia - non si esauriscono certo nello spazio di una serata. Le ultime arrugginite catene del pregiudizio sono state spezzate, la musica popolare calabrese è di nuovo viva e libera.

I TaranProject, da par loro, hanno saputo proporre uno spettacolo perfetto per la dimensione teatrale, quasi più prossimo al recital che al concerto, sulla falsariga di quanto già era avvenuto a Locri un anno fa; brani come Felicissimu boscu, Rosabella, Zia Marianna, Castrum vetus sono ideali per un ascolto più composto e riflessivo, che ne valorizzi lo spessore e le finezze compositive e di arrangiamenti.
Del resto, su queste pagine lo andiamo sostenendo da sempre che quella dei TaranProject non è affatto solo musica da ballo, ma è al tempo stesso raffinata musica d'ascolto, in cui a tradizione si coniugano creatività e innovazione.

Carmelo al contrabbasso, qui accanto, è l'immagine che assumiamo a emblema di questa versatilità: l'indiavolato bassista salterino, che in piazza suole scatenare bordate ritmiche terrificanti, a teatro accarezza le corde dello strumento con inventiva e precisione; lo fa anche in piazza, per la verità, tra un riff e l'altro, ed è proprio in virtù di questa loro perizia e competenza che il gruppo si è appropriato della scena teatrale in modo del tutto naturale e così convincente.
L'impressione più intensa all'ascolto è stata per la versione dilatata di Stilla Chjara, sulla cui onda dolcissima sono stati presentati i musicisti: il brano, così espanso, è divenuto una coccola infinita, un abbraccio protratto fino a radicarsi nei cuori degli ascoltatori. Da una serata con i TaranProject, è risaputo, si porta sempre un'emozione preziosa e duratura con sé.

A futura memoria, ecco la scaletta dei brani eseguiti in questo storico concerto:

Felicissimu boscu
Rosabella
A virrinedda
Patruni meu
Corvu nigru (con un accenno della prima versione)
E gira la testa mia
Sona ssu tamburu
Zia Marianna
Spagna (con Otello Profazio, vecchia e nuova versione)
Castrum vetus
Hjuri di hjumari
Citula d'argentu
Ninna nanna
Passa lu mari
Sona battenti
Mulinarella
Santu Roccu (con processione tra il pubblico)
Ela elamu conda
Vurria
Stilla chjara
intermezzo percussioni e zampogna (Gabriele)
Cantu di lu marinaru
U jimbusedu

Ancora su Rai2 !

Il Tg2 del 9 aprile dedica un servizio ai TaranProject, con intervista a Mimmo. Ecco il video:

Mimmo a Fuorigrotta

Domenica 15 Mimmo Cavallaro, con Andrea Simonetta, si esibirà a Napoli, al Teatro Palapartenope a Fuorigrotta: sarà ospite della Fiera del Disco e della Musica, dove si possono acquistare e scambiare i mai dimenticati e sempre ricercatissimi ellepì o 45 giri in vinile.

Nuovo cd !?

La notizia è scoccata improvvisamente oggi su Facebook, con l'apparire di questa locandina: a fine mese a Roma sarà presentato il nuovo cd dei TaranProject! E sarà pure accompagnato da un dvd.

Nessuno ne sapeva nulla, un autentico fulmine a ciel sereno.
E che fulmine!

Al momento, oltre al misteroso titolo "Rolica", nient'altro si sa, se non del coinvolgimento di Marcello Cirillo, come testimonia questa foto scattata in studio di registrazione, al NunuLab dei fratelli Scarfò a Mammola.

La caccia alle informazioni, alle anticipazioni, ai dettagli è aperta...

Ecco un articolo apparso in questi giorni, che dice e non dice...
(per ingrandirlo cliccateci sopra)

Pasqua e Pasquetta, di nuovo in piazza!

Dopo oltre tre mesi, finalmente un concerto dei TaranProject all'aperto. E per far sì che questo doppio appuntamento abbia tutte le caratteristiche di un festeggiante ritorno a casa, non può che trattarsi delle piazze della Locride; e, giustamente, una dell'entroterra e una della riviera.

Si comincia domenica a Portigliola, con una serata che è in realtà un mini-festival, condensato in poche ore ma di altissima qualità artistica: ci saranno anche Eugenio Bennato in Trio e Francesco Loccisano con la sua prodigiosa chitarra battente.
Lunedì sera i TaranProject replicano a Siderno.
Quale scegliere? Non c'è dubbio, tutt'e due!

Centomila

Da qualche giorno il numerino che lampeggia sulla destra di questa pagina, sotto il link ai prossimi concerti, ha varcato la faticida soglia 100.000.
E’ la conta dei visitatori di questo blog, nei due anni e tre mesi della sua esistenza, ed è un numero di tutto rispetto. Motivo di soddisfazione e orgoglio per me, certo, ma soprattutto attestazione di quanti siamo, ad aver la voglia, magari dopo aver assistito ad un concerto, di andare sul web a cercare informazioni, a riascoltare un brano, a condividere sensazioni e riflessioni attorno ai TaranProject.

Segno che la passione che ci ha conquistati ha uno spessore diverso dal semplice divertimento di una serata, e spesso tocca corde più profonde, smuove emozioni non effimere, come si evince da tante testimonianze su queste pagine e altrove: anche qualcuno degli innumerevoli filmati presenti su su Youtube ha superato ampiamente i centomila contatti, mentre su Facebook continuano a nascere nuovi gruppi di appassionati, che si affiancano al fanclub storico “Danza cu lu ventu…”, ormai consolidato e sempre attivissimo.
Tutto questo non è che il riflesso virtuale della presenza dei TaranProject, della loro musica e di quel che rappresentano, nei discorsi, nei pensieri, nella vita di tante persone.
E’ il loro miracolo, e continua e cresce.

Trionfo al Cilea

E' come un prorompente risveglio della natura, come un festoso canto di cicale, l'intrecciarsi dei commenti - ammirati, entusiasti, felici - dei fortunati che hanno assistito allo spettacolo di sabato a Reggio; c'è la voglia di riparlarne, raccontare, condividere, la spinta di un coinvolgimento così intenso che si protrae nei giorni successivi; accade dopo ogni concerto dei TaranProject, e questa volta ancor di più, per la lunga attesa che ha preceduto l'evento e per le tante sorprese che una serata così particolare ha riservato.
Ma lasciamo decisamente la parola a chi c'era: Giuseppina ci offre questo resoconto magistrale, che accende i rimpianti di chi non ha potuto esserci, ma al tempo stesso li lenisce accompagnandoci nel vivo delle emozioni.

(Le bellissime foto sono di Fabio Orlando)


"Dove sta scritto che la musica popolare è solo nelle piazze? Meglio abbandonare ogni preconcetto, e prepararsi a tutto, quando si parla dei TaranProject, anche ad andare a fare quattro salti di tarantella nel teatro più elegante della città. Chi l'avrebbe mai potuto immaginare, che questa nostra tarantella, tanto amata-odiata, avrebbe nel giro di pochi anni non solo conquistato le piazze di tutta la Calabria, ma anche quelle di altre regioni, e avrebbe addirittura trovato posto, un posto d'onore, nel tempio della musica a Reggio Calabria? Solo due estati fa al concerto dei TP sul lungomare di Reggio c'eravamo praticamente solo noi fans a ballare!
Sabato sera i bei manifesti rossi del concerto di Mimmo, Cosimo e TaranProject troneggiavano davanti al Teatro Cilea, al centro di un Corso Garibaldi gremito fino all'inverosimile. Un'atmosfera gioiosamente primaverile e festiva, che ci ha fatto dimenticare per qualche ora le difficoltà della vita di ogni giorno, e ci è sembrata un piccolo assaggio dell'estate che verrà.
Una volta entrati in teatro e trovato il posto, c'è stato il tempo di salutare i vecchi amici, compagni di tante ballate, e i nuovi, conosciuti sul fan club del gruppo.
Quando si sono accese le luci della ribalta, sul palco è apparsa la presentatrice dell'evento, la quale ha ricordato a tutti la formazione della band per poi lasciare finalmente spazio solo alla musica.

Il concerto è iniziato con una canzone, “Felicissimu boscu”, unica nel suo genere in quanto cantata a tre voci. E' raro che Cosimo, Mimmo e Giovanna uniscano le loro belle voci in un'unica canzone. Tutta l'attenzione del pubblico è per loro, ascoltiamo con piacere l'intrecciarsi della melodia con le parole.
La band si presenta alla grande, in piena forma: soprattutto Giovanna, che in un meraviglioso abito rosso acceso è bella più che mai e comunica una grande energia. Posta su un “piedistallo”, cattura lo sguardo e l'attenzione del pubblico, e non ci sono santi: la platea è già sua! La prima ovazione è tutta per lei!
Dopo questo primo, inaspettato assaggio di novità, gustiamo molte canzoni che, già presenti nel panorama musicale tradizionale, sono state riarrangiate e riproposte: "Corvu Nigru", che parte con la melodia antica e dolce, ma improvvisamente riacquista la sua infinita carica di allegria con le percussioni di Alfredo, e ci scatena, anche se il divieto è chiaro: non si balla!!! Parole al vento, sopratutto se il tuo vicino di poltrona è il simpaticissimo e scatenato Ciccio da Gejusa!
E poi "Patruni meu", nell'ormai affiatato duetto voce/ritmo, la voce di Mimmo, il tamburello di Giovanna, e ancora una vera perla nel repertorio di Mimmo: la dolcissima Zia Marianna, che tanto ci ha fatti sognare, anche sul blog di Filippo.

A questo punto, una bella sorpresa: viene invitato a salire sul palco il grande “mastru cantaturi” Otello Profazio, la persona alla quale dobbiamo la sopravvivenza e la memoria di tanti e tanti testi e stornelli. Profazio ha svolto per anni un lavoro di certosina pazienza, andando in giro per la Calabria a portare nelle piazze le storie che raccoglieva qua e là. A lui dobbiamo la meravigliosa "Spagna", che nasce come "Stornellu d'amuri" e viene poi riarrangiata e musicata da Cosimo. Profazio ha aggiunto dei versi finali, nei quali la bella figghjola, ormai inacidita, viene paragonata a un cespo d'insalata alla quale vengono a mancare una buona zappata e un'altrettanto importante annaffiata... E con questi versi salaci e allusivi, si procura un'ovazione da parte di un pubblico sempre più caldo ed entusiasta!

La presenza di Profazio sul palco è importante, poiché rende omaggio alla bravura di Cosimo e testimonia la continuità fra testo tradizionale e melodia moderna. In barba ad ogni detrattore, aggiungo io!

Dopo "Spagna", si prosegue con la scaletta: abbiamo ascoltato "Passa lu mari", e poi anche "Caulonia" (Castrum vetus), un testo di Mimmo che doveva già comparire qualche anno fa in “Sona battenti”, ed ha trovato ora la sua dimensione ideale in un inizio quasi in sordina, che poi esplode nell'invocazione finale “Rivoluzioni, rivoluzioni!!” a doppia voce con Giovanna. Un testo evocativo della Repubblica Rossa di Caulonia, quando nella cittadina jonica il popolo, ribellandosi ai latifondisti, sotto la guida di Pasquale Cavallaro istituì, per pochi giorni soltanto, una Repubblica nella Repubblica. Un testo suggestivo e di grande efficacia, particolarmente sentito in questo periodo di insicurezza sociale ed economica: e come dar torto a chi grida, oggi come ieri, alla rivoluzione? Una musica stringente, che lascia senza fiato, un ritmo impetuoso che comunica tutta l'angoscia di una situazione esplosiva.

Uno spazio particolarmente significativo è stato dato alla voce femminile: Giovanna, per la gioia dei suoi fans, ha interpretato altre tre canzoni, questa volta vestita con una leggiadra tunichetta bianca: la nostra dea dell'Olimpo ha interpretato "Sona ssu tamburu", "Vurria" e infine la bellissima "Ninna nanna", quest'ultima grande assente nella scaletta precedente. Cosimo ci ha poi presentato un brano il cui testo è stato scritto dal poeta Antonio Trimboli... Quanto prima avremo altre informazioni.
Il momento clou della serata è arrivato con la premiazione dei TP da parte del sindaco Arena, con alcune belle targhe, a testimonianza del riconoscimento ufficiale dei TaranProject come primo gruppo di musica popolare in tutta la Calabria.
Un gradito stacchetto è stato quello proposto da Gabriele e Alfredo: l'uno alla zampogna, altro strumento della tradizione popolare calabrese, e l'altro al tamburello. Abbiamo concluso la serata con "Sona battenti", "Citula d'argentu", "Stilla Chjara", "Lu cantu di lu marinaru", "Jimbusedu".

Qualche parola sul pubblico, che ha riempito lo spazio del teatro con tutta la forza del suo entusiasmo, reggini e non, persone venute anche da molto lontano: gente entusiasta, orgogliosa, affettuosa, ha tributato ai TaranProject una vera ovazione ad ogni canzone presentata, per poi esplodere, letteralmente, di felicità al rituale della Processione di “Santu Roccu”, momento durante il quale i musicisti scendono dal palco per suonare in mezzo alla folla che li acclama e li sente vicini, gente quasi di famiglia, certo non divi intoccabili e inarrivabili.

Ma credo che il vero ringraziamento, per una serata del genere, oltre che ai cantanti, vada a coloro che, un po' nell'ombra rispetto a chi presta la voce, reggono tutto il gioco: i musicisti Andrea, Gabriele, Carmelo, Alfredo, e anche chi si occupa delle luci, del mixaggio, e dell'organizzazione. Insomma, ragazzi... grazie di cuore, una serata così non si dimenticherà facilmente!
E che gli Dei vi sorridano!!"


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