Dopo un'attesa ch'è durata tutta l'estate, l'oggetto del desiderio di tutti i fan dei TaranProject finalmente c'è!
E' uscito a fine agosto il nuovo cd, “Hjuri di Hjumari” (in italiano Fiori di Fiumare), con le canzoni che abbiamo iniziato a conoscere al Tempio Marasà a Locri lo scorso 28 giugno e che poi abbiamo imparato ad amare in oltre 50 concerti nei mesi estivi. Un'uscita quasi in sordina, con le prime copie disponibili nelle ultime due serate del Kaulonia Tarantella Festival (ma paradossalmente solo l'indomani della magnifica esibizione dei TaranProject al festival!), poi nei concerti successivi - e a Siderno se ne son vendute 850 in una sera! - in attesa del lancio in grande stile che avverrà prossimamente, con la conseguente distribuzione nazionale che questo manufatto di grande qualità merita.
E così l'abbiamo detto: la qualità è eccelsa! Non era una facile sfida misurarsi con le aspettative conseguenti alla trionfale annata 2009, aperta in primavera dall'uscita dei due precedenti cd, “Karakolo Fool” e “Sona Battenti”, entrambi pregevolissimi e ricchi di canzoni indimenticabili.
La scelta dei TaranProject è stata coraggiosa: inutile andare alla ricerca di nuovi hit che potessero soppiantare Spagna, Mulinarella, Mariola..., col rischio di esserne le ripetizioni sbiadite; forti del credito di fiducia acquisito presso i seguaci ormai fedelissimi, si sono impegnati con cura amorevole nella creazione di brani magari di minor impatto istantaneo, ma dotati di inesauribili suggestioni e risvolti, da assaporare con lusingata attenzione, per farsene poi conquistare incondizionatamente.
Missione completamente riuscita: prova ne sia il fatto che tra le undici nuove canzoni è davvero difficile individuarne solo una o due di spicco, tanto che gli appassionati, interpellati su quale sia il loro brano preferito, rispondono segnalando chi questo chi quello, fino a comprenderli tutti. Omogeneità, equilibrio, coesione sono dunque tra i pregi del cd; eppure, al tempo stesso, la varietà di temi e virtù artistiche è evidente, e poggia innanzitutto sulla qualità sopraffina dei tre cantanti: Mimmo, la cui voce è più che mai una meraviglia della natura – ma quanto ancora dovremo attendere perché il mondo intero se ne accorga? - Cosimo, artefice di sfumature interpretative di straordinaria profondità, e Giovanna, la cui tavolozza espressiva non finisce di stupire arricchendosi di sempre nuove potenzialità. Ma è anche l'accuratezza e versatilità dei suoni a colpire, merito soprattutto degli ammennicoli percussivi del maghetto Alfredo, e del florilegio di fiati di Gabriele, che spazia dalla zumpettara dei pastori aspromontani al duduk di provenienza armena; Carmelo ed Andrea, fedeli al basso e alla chitarra classica, si confermano più che mai le insostituibili colonne del tempio, l'uno pilastro ritmico e l'altro bastione armonico.
Per Carmelo c'è poi da spendere una parola in più, poiché è stato lui, che ci ha abituato a mirabolanti acrobazie sul palco, ad essersi sottoposto in luglio a ben altri salti mortali, per riuscire a concludere il missaggio e la masterizzazione: lavorandoci di giorno, supportato dal prezioso Giuseppe Novella, e suonando poi ogni sera ai concerti, fino a notte inoltrata; andate a leggere le note sul retro del cd: la parola che c'è al posto di “masterizzato” non è un refuso, ma l'esatta descrizione di ciò a cui Carmelo si è sottoposto in quelle settimane! Una fatica d'Ercole che ha dato esiti in un suono pressoché perfetto.
Nè ci si può dimenticare del contributo di Francesco Loccisano, che con la discrezione di un'angelica presenza dispensa qua e là lo scintillìo argentato della sua chitarra battente.
Il cd si apre con Passa lu mari, coinvolgente inno che ha idealmente inaugurato quest'estate locridea all'insegna dell'accoglienza a Caulonia, e fa il paio con un altra trascinante salmodìa, Santu Roccu, che l'estate l'ha idealmente conclusa, con l'ultima festa a Gioiosa Ionica e gli struggimenti degli addii; questo brano si trova a metà cd, e chiude una prima sequenza che al tempo del vinile sarebbe stato il lato A del disco, una metà di immediato appeal, soleggiata e vitale, appena crepuscolare nelle note della processione finale; vi trovano posto Laroggiu d'amuri, possente manifestazione del talento di Cosimo, e Parrami di lu suli, che flirta con gli stilemi del pop di classe. E c'è anche Hjiuri di hjiumari: non la canzone che dà il titolo al disco, ma in verità quella che dal disco il titolo l'ha ricevuto; già, perché a giugno questo brano s'intitolava Sapuri di pajsi, e da allora è sbocciato e divenuto davvero smagliante; il confronto con la versione ancora in fieri ascoltata a Locri rivela il virtuoso apporto della mandola di Mimmo Epifani, un nuovo struggente assolo di pipita di Gabriele, una nuova più incisiva intonazione nell'intarsio vocale di Giovanna; e perfino il semplice inserimento di una parola in più nel testo, quel “hjuri” che è servito a riprendere il titolo del cd, ha generato un delizioso sbilanciamento nel cantato, come un lieve strabismo di Venere che dona fascino enigmatico.
Dopo la sospensione dolcissima della Ninna Nanna cantata da Giovanna, col nobile apporto vocale di Eugenio Bennato e con Alfredo che dalla lira calabrese trae arabeschi violinistici, quel che sarebbe stato il Lato B si apre con un nuovo inizio: U salutu, brano di grande suggestione, che evoca immagini arcaiche e atmosfere rusticane, e fa il paio con la successiva Cugnu di Trona, che era già nel repertorio dei TaranKhan.
Altro classico rivitalizzato è Pizzicarella, già dei SonuDivinu, che qui Cosimo ripropone in chiusura di cd in versione magistralmente concisa, come un richiamo al rituale festoso con cui, su quest'aria, si concludono i concerti, in infinite variazioni e rilanci ritmici.
Ma prima del finale c'è molto altro: Giovanna canta Vurria, che parte con il ticchettìo di un metronomo impazzito, ed è una corsa mozzafiato tra accelerazioni e rilasci improvvisi, una canzone palpitante e bellissima, in cui si celebra l'onnipotenza del desiderio.
In Occhj di mari, introdotta dal marranzano e poi sostenuta dal sax, Cosimo dispiega una vena di sontuoso lirismo. C'è la favolosa Citula d'argentu, che a pennellate perentorie descrive un universo di fierezza e ardore, per poi proiettarci in un'orbita celestiale col suo irresistibile refrain.
E c'è soprattutto U massaru, brano che, chissà perché, non si sente mai ai concerti: che vogliano tenerlo in serbo per uno stupefacente colpo d'ala prima o poi? Per un'occasione speciale? Sì, perché qui Mimmo tocca il vertice della sua espressività vocale, con una canzone di infinite dolcezze (nella melodia) e cinicamente beffarda (nel testo), un viluppo inestricabile di emozioni da cui ci si fa catturare per non liberarsene più, ascolto dopo ascolto. E' in particolare l'impasto delle voci di Mimmo e Giovanna nel ritornello a incantare: sprigiona armonici luminosi, rimanda bagliori di oro zecchino, e da solo varrebbe l'acquisto del disco.
Lu mari, lu mari è fundu... ed è come un mare tropicale questo nuovo cd, dove guizzano sorprese variopinte; o meglio una maestosa hjumara, che si anima di hjuri dai meravigliosi colori.
Link a La nuova edizione del cd, 2011
Link a "Rolica", il cd con Marcello Cirillo, 2012
Link a "Sonu", 2013
Grande Fil ....
RispondiEliminauna lettura molto interessante ed azzeccata ...
Bella recensione , precisa e puntuale come sempre , sia nell'analisi dei brani che nell'osservazione del nostro rapporto con essi, a cominciare dall'attesa iniziale fino allo sbocciare dei hjiuri ...e nella prospettiva di tutti i colori e profumi che ne scaturiranno ... Bravo Filippo !
RispondiEliminabravissimi complimenti:-)
RispondiEliminaQuesta recensione è anche su La Riviera in edicola il 31 ottobre, a pag. 37.
RispondiEliminaEcco il link alla versione online:
http://www.larivieraonline.com/public/giornale/1044/giornale.pdf
due concerti seguiti nel gito di 3 giorni... complimenti ci fate sempre divertire.... Evvviva cu Ballaaaaaaaaaaaaa
RispondiEliminaki mi dice cm si chiama la canzone ke fa santu ilariu di raguna facitimi la carita...
RispondiEliminadove posso acquistare tutti e due i cd ???
RispondiEliminavorrei acquistare tutti e due cd... mi potete dire come fare???
RispondiEliminaIl modo più semplice e conveniente è acquistarli direttamente al gazebo che c'è ai concerti.
RispondiEliminaHjuri di Hjumari sarà comunque distribuito in tutta Italia a partire dal 17 settembre: lo potrai trovare, o far arrivare, in qualsiasi negozio di cd.
Pubblicato sul periodico di cultura ed informazione Madre Terra www.madreterranews.it nel n° 21-settembre 2011 a pag. 36/37 leggibile sul web
RispondiEliminal'articolo:
Mimmo Cavallaro & Cosimo Papandrea
TARANPROJET
La seducente calabresità della tarantella
di Giuseppe Cricrì
Crix2
bellissimo quest ultimo cd come del resto tutte le loro canzoni
RispondiEliminaseguendo alcuni dei loro concerti posso dire che ogni volta è una nuova emozione
bellissimo ed emozionante è stato il concerto di san nicola da crissa
quella sera c'era nell'aria qualcosa di speciale, magico che ha reso la serata indimenticabile
comunque spero di vedervi presto anche nel mio paese
veramente unici e favolosi ascoltare la musica calabrese come solo loro sanno fare con un ritmo travolgente
RispondiEliminaQual'è il titolo della canzone che inizia con: " e cu 30 carrini maccattai na vigna, mi la ccattai supa la muntagna......" grazie
RispondiEliminaLa canzone si chiama proprio "Trenta carrini", è un brano tradizionale noto in tutto il Sud Italia, dal Lazio alla Sicilia; si trova sul cd Karakolo Fool, cantata da Manuela Cricelli.
EliminaPOSSO SAPERE LA DISCOGRAFIA?
RispondiEliminala trovi qui:
Eliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/TaranProject
salve scusate vorrei un' informazione, ai concerti dei tp, il fonico mette sempre un pezzo in diffusione, le parole sono queste: mazzi di rosi, mazzi di fiuri, ti li ricordi, sbocciau l'amuri, allu palmentu ti mangi l'uva....ma non riesco a capire di chi sia; potete indicarmi per facore se sapete il gruppo e il titolo? fornisco la mia mail per una risposta celere fluidrecords@hotmail.it cordiali saluti Giuseppe
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