Come può un animale prosaico e ottuso come il mulo ambire ad un posto di riguardo nell'immaginario artistico, o tra gli archetipi poetici?
Infatti non si ricorda alcun mulo mitologico, solo ruoli di comprimario nelle fiabe, e appena la simpatica macchietta in una vecchia serie di film degli Anni Sessanta, Francis il mulo parlante.
Ci voleva un nuovo incontro tra i migliori spiriti musicali della Locride per donare giusta dignità al nobile mulo, animale caparbio e irriducibile, nato per il lavoro, un misitco della fatica, che sublima in un'espressione di assorbimento attonito e fiero.
Compagno, in questo sguardo calabrese sul mondo, della Crapa di Mujura e della Zzafrata di Scialaruga.
Ma tutto questo poco importa: quel che conta è partecipare, stasera, al concerto di Roccella, l'ennesima incarnazione comune di Stefano, Fabio, e Francesco Loccisano, che qui riannoda anche la sua lontana radice nei Quartaumentata.
Voleranno meravigliose scintille musicali, nell'antico e nuovo connubio, ci si inerpicherà per ardite mulattiere, e mai come stavolta raglio di mulo salirà in cielo.
Ma perché proprio il mulo?
Conoscendo i protagonisti, e il vezzo ricorrente di scomporre e ricomporre i nomi, non mi stupirei che Collettivo MuLo stesse semplicemente per Mujura-Loccisano...
Anzi no, sta per MUsicisti LOcride!
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