Petri 'ncastedati


Qui si narra di antiche vicende, che risalgono a cinque millenni or sono. Solo le pietre ormai ne conservano memoria.

Si racconta di un manipolo di naviganti stremati dal gran vagare per mare, fuggiti da un destino di combattimenti e violenze senza senso e senza fine, forse la guerra di Troia; vanno inseguendo un diverso ideale, di pace e prosperità; hanno ripudiato il loro paese di origine col suo cancro guerresco, sognano una terra dove gettare nuova e sana radice.
L'archeologo catanzarese Tolone, che per primo scoprì e raccolse le loro vestigia, li chiamò Pelasgi, popolo del mare. Ma forse si tratta dei Lestrigoni di cui anche Omero narrò, uomini giganti dalla forza smisurata.
Non portano con sé null'altro che le urne funerarie dei loro sovrani defunti, la più profonda traccia di un passato che si sono lasciati dietro le spalle, ma che è la loro storia e identità.
Sbarcano finalmente sulla costa ionica calabrese, nei pressi di Focà, alla foce della fiumara Allaro, vicino a Caulonia, e si volgono subito verso l'Aspromonte: via dalle coste infestate dai pirati, alla ricerca di una nuova patria.

Dev'esser costato uno sforzo immane, anche ai giganti, trascinare le grandi pietre dei loro monumenti funebri fin sopra l'altopiano di Ciano, nelle Serre.
Ma quando il condottiero, sedutu supr'a na petra, guarda lu mari di la muntagna, e la sua visione spazia tra le tonalità inesauribili di marroni di ocra di verdi di grigi, di azzurri e celesti, sente dentro di sé l'onnipotenza, ed è di nuovo Re.

Tutti gli enormi macigni sono stati portati lassopra, e incastellati, ricostruendo i monumenti; al calar delle tenebre l'insediamento è compiuto, e i Lestrigoni, ebbri di stanchezza, fieri e frementi, s'inventano una danza turbinante, nella quale ballano monti, pietre, madri, padri, figli, funghi, la notte, la luna, il sole, il re sul trono.
La prima tarantella calabrese, forse.

Il brano ci arriva, a sua volta, dalla protostoria dei TaranProject, dai tempi di Karakolo Fool. Viene riproposto nel nuovo cd Sonu, oltre a fungere da epica apertura del concerto 2013: la musica accompagna il racconto con un incipit dai toni lirici e uno svolgimento modellato sulla sinuosa onomatopea del serpente leopardino – sciamma gai sciamma gai – fino a sfociare nel finale dirompente e dionisiaco.

I megaliti incastellati dedicati ai Re del Mare si trovano nell'odierno territorio del comune di Nardodipace; tra i graffiti là rinvenuti, risalenti all'Età del Rame, nel simbolo della Luna è raffigurato un triangolo, che sembra puntare proprio in direzione di Ciano; l'antica popolazione osservava il culto del Dio serpente: il colubro leopardino è un rettile tipico della macchia mediterranea; la Collezione Tolone si trova presso il Museo di Girifalco, Catanzaro.

Ecco il testo, con traduzione in italiano nei commenti.

Ciano

Triangulu di Luna, triangulu di cima,
populu di mari 'nchjana lu Cianu.

Nu rre sedutu supr'a na petra
guarda lu mari, guarda lu mari,
guarda lu mari di la muntagna.

Genti chi 'nchjana carricata di guerra
'ntra li friscuri, 'ntra li friscuri,
'ntra li friscuri di Cianu.

Collezione Tolone, popolo del mare,
madri che portano i figghji da Focà allu munti.
Serpenti leopardini amici, amici di casa,
si rivigghjanu in primavera al profumo dei faggi.

Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai
Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai


Collezione Tolone, pirati di lu mari,
quanti misteri ancora sutt'a li petri.

Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai
Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai


Dalle alture, dalle alture si rimira lu mari.
Città del Sole, città di lu rame.

Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai
Scia mmagai, scia mmagai, ti nda ven'e ti nda vai


E poi a notte fonda, nel piano di Ciano,
Lestrigoni ballare!

Tarantella di lu suli, di la notti, di la luna, di lu rre 'ntronatu
- 'ncastedati - di li stidi, di li patri, di li funghi, di li figghji,
di li matri, di li patri, di li petri - 'ncastedati.

Abballati abballati, s'on viditi non criditi,
sunnu cos'e meravigghja chisti petri 'ncastedati!

6 commenti:

  1. Ciano

    Triangolo di Luna, triangolo di cima,
    popolo del mare sale al Ciano.

    Un re seduto sopra una pietra
    guarda il mare, guarda il mare,
    guarda il mare dalla montagna.

    Gente che sale carica di guerra,
    tra le frescure, tra le frescure,
    tra le frescure di Ciano.

    Collezione Tolone, popolo del mare,
    madri che portano i figli da Focà al monte.
    Serpenti leopardini amici, amici di casa,
    si risvegliano a primavera al profumo dei faggi

    Sciamma gai, sciamma gai, te ne vieni e te ne vai
    Sciamma gai, sciamma gai, te ne vieni e te ne vai

    Collezione Tolone, pirati del mare,
    quanti misteri ancora sotto alle pietre.

    Dalle alture, dalle alture si rimira il mare.
    Città del Sole, città del Rame.

    E poi a notte fonda, sul piano di Ciano,
    Lestrigoni ballare!

    Tarantella del Sole, della notte, della Luna, del Re in trono
    - incastellate – delle stelle, dei padri, dei funghi, dei figli
    delle madri, dei padri, delle pietre - incastellate.

    Ballate, ballate, se non vedete non credete,
    sono cose di meraviglia queste pietre incastellate!

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  2. Ancora una volta il buon Filippo ci svela in modo didatticamente ineccepibile quella che potremmo considerare la più arcana fra le canzoni di Mimmo. Questa ballata evoca scenari ancestrali, li riporta nella superficie della nostra immaginazione, la musica arrotonda le forme, smussa gli spigoli del tempo e le figure degli antenati ritornano a prendere vita ed a ballare su quei monoliti immortali.
    La musica dei TP è anche questo.
    Giuseppe Cricrì

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  3. Qualcuno conosce gli accordi e/o le tab. per suonare e cantare queste meravigliose melodie?

    Grazie
    Nicola

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  4. "Collezione Tolone, popolo del mare,
    madri che portano i figli da Focà al monte."
    qualcuno sa di cosa si parla?

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    1. Certo!
      Come ho accennato sopra, la Collezione Tolone, a Girifalco (CZ), è una raccolta di reperti archeologici intitolata all'avv. Mario Tolone Azzariti, che li rinvenì a partire dagli anni 70 del secolo scorso. Fu il primo ad individuare il sito di cui qui si parla.
      Focà, frazione di Caulonia, fu il probabile approdo marino della antica popolazione che da lì risalì la fiumara e poi la montagna, fino a Ciano.
      Il riferimento alle madri è presumibilmente legato all'ipotesi, formulata da alcuni studiosi, che la struttura sociale dei Pelasgi fosse di stampo matriarcale.

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  5. Per chi volesse approfondire l'argomento suggerisco la lettura dell'interessante volume "L'ippocampo" Memoria dei Pelasgi nelle Serre Calabresi. Autore il Prof. Domenico Raso, recentemente scoparso. Giuseppe Cricrì

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