L'altra canzone nuova di quest'anno, accanto a Franeju, è in realtà il recupero di un brano che Mimmo eseguiva già ai tempi di TaranKhan, riproposta con restyling di arrangiamento e soluzioni armoniche.
Una canzone luciferina: in tutti i sensi, se anticamente Lucifero era il nome con cui si designava la stella del mattino, la più luminosa, cioè Venere; e se poi fu il nome biblico del primo degli angeli ribelli, Lucifero gettato negli inferi e divenuto Satana.
Così è questa Stilla Lucenti, donna dal fascino abbagliante, capace di oscurare il sole con la sua bellezza, e poi così crudele da strappare il cuore dal petto dell'amante, e così diabolica da recarlo in dono, in un bacile d'oro, al peggior nemico di lui.
Il testo è breve, icastico e tremendo nello sbalzo con cui ci precipita dalla luce intensa dell'innamoramento alla pece nera del macabro esito finale.
L'ultimo verso suona addirittura sardonico: Questo è il cuore di chi tanto amasti! - non è chiaro chi pronunci l'enigmatica sentenza: chi ha amato chi? E la musica, cadenzata e implacabile, suggella questo terribile groviglio di sentimenti estremi.
Un brano perfetto, dalla cui magia farsi rubare il cuore.
Il filmato è dal concerto di Melito del 27 agosto scorso.
Nei commenti la traduzione, con qualche dubbio interpretativo che attende lumi.
Stilla lucenti
Stilla lucenti tu mi cumparisti,
chi cu 'na raja lu suli ammucciasti,
cu n'atta nta stu pettu mi trasisti.
Lu cori chi ndavia mi lu cacciasti,
'nta nu vacili d'oru lu mentisti,
e allu nimicu meu nci lu portasti,
e sulu dui paroli nci dicisti.
Chistu è lu cori di cui tantu amasti.
Stella lucente
RispondiEliminaStella lucente, mi sei apparsa.
Che ho combinato? Hai nascosto il sole.
Con l'altra (mano) mi sei entrata nel petto,
il cuore che avevo me l'hai strappato,
l'hai messo in un bacile d'oro,
e l'hai portato al mio nemico,
dicendogli solo due parole.
“Questo è il cuore di chi hai tanto amato”.
Mi restano un paio di dubbi sull'interpretazione del testo, dei quali ho discusso con Martina di "taranprojectfans" su Instagram; dopo ripetuti ascolti e varie riflessioni abbiamo pensato che:
Elimina- al terzo verso aggiungiamo una "mano", per dare un senso a quel "cu n'atta";
- le parole del verso finale non possono esser pronunciate dalla donna crudele, benché il verso precedente lo faccia pensare, perché ne risulterebbe l'assurdo che il nemico abbia amato il nostro sventurato protagonista. Pensiamo invece si tratti di una sorta di morale della favola, una disincantata considerazione sulla volubilità dell'amore.
Una piccola correzione:
RispondiElimina"Stilla lucenti tu mi cumparisti,
chi cu na raia lu suli ammucciasti...
Cu n'asta nta stu pettu mi trasisti"
quindi la traduzione sarebbe: "Stella lucente tu mi sei comparsa, e con un tuo raggio hai nascosto il sole. Con un'asta mi sei entrata in petto, e il cuore che avevo me l'hai tolto".
Come interpretazione, a prima vista mi ricorda una delle tante novelle del 1300, vedi quelle boccaccesche (quelle serie, eh) in cui un padre geloso o un marito altrettanto possessivo punivano l'innamorata strappando il cuore dell'amato e portandoglielo in macabro dono. Nel caso di specie, però, secondo me, il commento finale non è da attribuire alla stilla lucente,, che termina il suo compito nel portare il cuore al nemico. La frase finale è un'amara considerazione dell'nnamorato che si rende conto della crudeltà della donna: "E' questo il cuore che hai amato tanto!"
Potrebbe andare?
solo ora ho letto l'ultimo tuo commento, Filippo, per cui vedo che la mia interpretazione si sposa con la tua.. :)
RispondiEliminaGrazie, Giuseppina, le tue opportune precisazioni sistemano definitivamente i primi versi, e confermano la mia ipotesi sull'ultimo.
RispondiEliminaAlla luce delle rettifiche, ecco la traduzione corretta:
RispondiEliminaStella lucente
Stella lucente, mi sei apparsa tu
che con un raggio hai nascosto il sole.
Con un'asta mi sei entrata nel petto,
il cuore che avevo me l'hai strappato,
l'hai messo in un bacile d'oro,
e l'hai portato al mio nemico,
dicendogli solo due parole.
“Questo è il cuore di chi hai tanto amato”.
Questa mi pare molto più logica e calzante
EliminaArrivo tardi, Filippo, e credo che Giuseppina abbia ben tradotto i versi iniziali... tutto stava nell'afferrare "asta" invece che "atta" e nel significato di "raja-raggio".
RispondiEliminaCertamente il verso finale, come ben dici, è l'amarissima conclusione del protagonista. Come dire, parafrasando : " Hai portato il mio cuore al mio nemico dicendogli solo due parole.... ecco cosa ne hai fatto del cuore di chi avevi tanto amato ! "
Grazie, Francesco, non dubitavo che dal tuo sguardo giudizioso sarebbe arrivata un'occhiata ai nostri sforzi, stavolta per confermarli.
EliminaTuttavia restiamo ancora dubbiosi sull'"asta", perché nel cantato di Mimmo la 'esse' proprio non si sente...
... e il tuo orecchio attento potrebbe aver ragione, poiché, una volta considerato che 'il raggio' è il protagonista dell'azione, il senso rimane anche senza la esse, cioè con la parola "atta" ( "altra", essendo "raja" al femminile ).
RispondiEliminaCercherò di aguzzare l'orecchio al prossimo concerto, ma, se tu dici che non si sente la esse, dev'essere così : " Cu na raja lu suli ammucciasti / cu n'atta 'nta stu pettu mi trasisti", cioè " con un raggio hai nascosto il sole / con un altro mi sei entrata nel petto".
Ma certo! Questa lettura è molto più convincente. Il raggio è femmina: una acceca e l'altra trafigge, perfetto!
EliminaE così siamo alla terza versione:
RispondiEliminaStella lucente
Stella lucente, mi sei apparsa tu
che con un raggio hai nascosto il sole,
con un altro mi sei entrata nel petto.
Il cuore che avevo me l'hai strappato,
l'hai messo in un bacile d'oro,
e l'hai portato al mio nemico,
dicendogli solo due parole.
“Questo è il cuore di chi hai tanto amato”.