L'alfa e l'omega

Un sommo compendio di storia della musica etnica calabrese, quello che si è squadernato a piazza Mese nella serata finale del Kaulonia Tarantella Festival: Re Niliu e TaranProject sullo stesso palco!


I Re Niliu furono i pionieri, sin dal lontano 1979, della riscoperta di suoni e strumenti della tradizione, illuminarono il panorama musicale calabrese come una straordinaria supernova che abbagliò il firmamento e lo occupò incontrastata per vent'anni, anticipatori di idee e stilemi divenuti poi i paradigmi della cosiddetta World Music, soprattutto con il terzo disco Pucambù, acclamato dalla critica internazionale; ma come dimenticare il fascino arcaico e incandescente dell'opera prima in vinile, Non suli e no' luna?
Uno stuolo di fedelissimi ha tenuto vivo il ricordo del Re negli anni della latenza, dal 2001 in poi, fino alla inattesa rinascita dello scorso anno, con rari e preziosi concerti e un disco, In a Cosmic Ear, che li ha riportati d'un balzo al centro dell'innovazione elettroacustica, ed ha raccolto recensioni entusiastiche in Italia e nel mondo, documentate sul loro sito.

Ne fanno parte - con Ettore Castagna, che merita un posto sui libri di storia se non altro per essere stato l'artefice della riscoperta della lira calabrese, rintracciando gli ultimi anziani suonatori che l'avevano ormai da decenni appesa al chiodo, appena in tempo prima che quel repertorio scomparisse con loro - due tra le più intense e potenti voci calabresi, Salvatore Megna e Mico Corapi: è quest'ultimo l'anello di congiunzione con l'altro capo della fune, i TaranProject.
Di Mico sappiamo che fu autore con Cosimo Papandrea di “Spagna”, e che collaborò con Francesco Loccisano, Fabio Macagnino e Mimmo Cavallaro, le eccellenze della nuova musica nella Locride.
E sono appunto i TaranProject a rappresentare l'apoteosi, baciata da travolgente passione di folle, della parabola artistica che iniziò con la monarchia del Re Niliu ed è approdata in questi anni a quella che abbiamo chiamato la Repubblica di Cavallaro.

Vedere i due gruppi sullo stesso palco è stata dunque una folgorante epitome di trent'anni di percorsi di ricerca musicale, un evento epocale di per sé.
Ai pochi scalmanati che hanno in parte rovinato l'atmosfera della serata dedichiamo una riflessione nei commenti.

1 commento:

  1. L'esibizione dei Re Niliu è stata molestata – questo è il termine corretto – da un manipolo di incoscienti “hooligans da festival”, i quali, nella convinzione di essere impazienti di vedere i TaranProject, strepitando si sono privati del piacere di prestare ascolto a chi stava magistralmente suonando.
    Ne è nato qualche malinteso anche tra Ettore Castagna e il sindaco di Caulonia, e con lo stesso Mimmo Cavallaro, che tuttavia ha manifestato a posteriori tutto il suo rammarico, ricomponendo la questione.
    Che dire di costoro, che certo non fan parte del pubblico che segue abitualmente i TP, ai cui concerti come tutti sanno si respira condivisione e armonia?
    Contestare i Re Niliu durante una manifestazione dedicata alla musica calabrese è un controsenso che equivale a tagliare il ramo su cui si sta seduti; farlo con i modi di un'intolleranza ignorante rende ancor più fragorosa la caduta. Poveretti, si son fatti male da soli, anche se purtroppo il polverone di ridicolo che hanno sollevato ha disturbato tutti.

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