Ma che c'entra qui questa immagine, che abbiamo visto negli scorsi mesi sui giornali a pubblicizzare una mostra d'arte?
E' un angelo musico di Melozzo da Forlì. E qui proprio di angeliche presenze si parla.
Una decina d'anni fa, nel repertorio dei TaranKhan c'era un brano per chitarra battente composto ed eseguito da Francesco Loccisano: una scintillante meraviglia, s'intitolava “Trantarè”. Lo abbiamo ritrovato nel cd "Battente Italiana" di Loccisano, uscito all'inizio dell'estate scorsa, compendio di anni di riflessioni ed elaborazioni condotte attorno a questo magico strumento, che nella Locride sta vivendo un fulgido rinascimento, per merito innanzitutto proprio delle amorevoli ricerche e del virtuoso suonare di Francesco.
Un altro brano del cd si chiama “Il volo dell'angelo”. Mai titolo fu più appropriato, per descrivere l'atmosfera di rapimento improvviso che caratterizza molti pezzi del disco: come quando un attimo di stupefatta sospensione segnala il passaggio invisibile di un angelo. Ecco il videoclip del brano.
Di Battente Italiana abbiamo già parlato, e a distanza di tempo l'onda lunga che ne accompagna il successo non cessa di mietere apprezzamenti convinti e sollecitare a ritornarci spesso per riascoltarlo, con invariabile gioia dei sensi.
E ancora di altri due angeli musici vorrei dire, riferendo un aneddoto e un sogno raccontatimi da Francesco in persona:
In fase di registrazione del cd Francesco pensò di inserire in un brano, “Samuele”, un breve passo cantato da Mimmo Cavallaro. Così lo propose al produttore, ad Ancona, dove il disco è stato registrato. Pochi versi:
“Quando nascesti tu, nescìu u tesoru...”
La reazione del produttore – come di chiunque ascolti cantare Mimmo per la prima volta! – fu:
“Ma questa è la voce della persona più buona del mondo! Un angelo! La dobbiamo inserire assolutamente!”
Ed è proprio così: in quei due versi, complice l'atmosfera cesellata da Francesco, si esprime la quintessenza universale dell'amore (paterno, nella fattispecie). E vacilla persino la nostra certezza che il fascino della voce di Mimmo stia nelle sue sottili ambiguità tonali; sentito così, nella purezza dei buoni sentimenti, vien voglia di immaginarlo in un disco intero di dolcezze vocali.
Ma l'idea più bella è quella a cui Francesco sta pensando da un po':
in quest'epoca di migranti, di arrivi travagliati e di problematici ambientamenti, Francesco progetta di visitare i campi di accoglienza per censire le abilità musicali di coloro che dai paesi del Mediterraneo sbarcano avventurosamente sulle nostre coste; valorizzare, di questi ospiti, le qualità artistiche e comunicative, piuttosto che sancirne l'estraneità o l'inadeguatezza espressiva. Un modo di creare l'incontro, immediato e profondo, a partire da un patrimonio musicale condiviso e tuttavia ricco di infinite varianti e sfaccettature.
Che felice pensiero, quello di porsi ad ascoltare la parola musicale di chi, momentaneamente sordo e muto ad altre lingue, approda in terra straniera!
Il pensiero di un angelo musico. E non gli assomiglia anche?
Quandu nascisti tu, nascì un tesoru,
RispondiEliminae la dì notte e jornu si facia...
Luci di l'occhi mei, figghiu adoratu,
lu megghiu gigliu di sta vita mia,
lu megghiu gigliu di sta vita mia
lu megghiu gigliu di sta vita mia..........
Il testo cantato da Mimmo:
RispondiEliminaQuandu nescisti tu, nescìu un tesoru,
era di notti e jornu si facia...
era di notti e jornu si facia...
Luci dill'occhji mei, figghju adoratu,
fini e principiu di sta vita mia
fini e principiu di sta vita mia
Segundo questo link si trova una interessantissima intervista-concerto di Francesco Loccisano con Ivano Salomone a Radio Meridiano12, da ascoltare in streaming:
RispondiEliminahttp://www.radiomeridiano12.com/index.php?option=com_content&view=article&id=180&Itemid=111